Grazie ad un particolare algoritmo, un software fa la scansione delle immagini che vengono caricate e riconosce le persone dai tratti facciali. Ovviamente, il riconoscimento è possibile solo per chi è già iscritto a facebook. In pratica, d’ora in poi, il tagging, operazione diffusissima tra i frequentatori del network, sarà automatico: il software riconosce automaticamente l’identità delle persone iscritte a fb che compaiono sulle foto e ne suggerisce il nome.
Il lancio della nuova funzione è avvenuto senza annunci preventivi da parte del social network. Questo ha provocato non poche polemiche da parte di chi ha rimproverato facebook di aver introdotto una funzione che incide non poco in materia di privacy senza informare prima gli utenti. Facebook si è difesa affermando che la funzione è stata applicata per agevolare le operazioni di tagging di foto, che è fatta oltre cento milioni di volte al giorno in tutto il mondo. Inoltre, dicono i responsabili del network, è sempre possibile per gli utenti disattivare la funzione seguendo una semplice procedura. Tuttavia, nel contempo, si sono dovuti scusare per non avere informato gli iscritti del lancio mondiale della nuova tecnologia.
Come tutte le funzioni di facebook, infatti, anche questo è stato introdotto e viene applicato per default, cioè secondo il concetto di comunicazione commerciale noto con il nome di opt-out: se il destinatario del servizio non lo desidera, può opporsi ad ulteriori impieghi dello stesso, ma, intanto, in partenza, si trova caricato il servizio e sta a lui disattivarlo, se non lo vuole. L’Unione Europea si è già mossa per rovesciare il meccanismo e spinge perché il servizio sia attivabile solo se preventivamente c’è stato il consenso dell’utente (opt-in).
La questione coinvolge delicati aspetti di tutela della privacy perché, di fatto, chiunque sia in possesso di una foto in cui compare una persona di cui non conosce l’identità (per esempio, foto di avvenimenti pubblici, come cerimonie, eventi sportivi, etc.) può scoprire di chi si tratti semplicemente caricandola su facebook. Ciò, come detto, a condizione che quella persona sia anch’essa iscritta al social network, cosa ormai non difficile, vista la diffusione esponenziale delle registrazioni al sito.
Inoltre, chi vuole rimuovere una foto che lo ritrae, deve accordarsi con colui che l’ha caricata: cioè, ciascuno può rimuovere solo le foto caricate di persona. Questo rende più complicato “difendersi” dalla funzione di riconoscimento facciale nei confronti di terzi estranei. Il servizio di riconoscimento facciale è disattivabile in ogni momento seguendo una procedura. Chi non vuole essere identificato automaticamente dall’algoritmo, deve entrare nella funzione “Impostazioni account”, cliccare sul menu a discesa “Impostazioni della privacy” e, poi, sulla voce “Personalizza impostazioni”. A questo punto, si deve scegliere la sezione “elementi condivisi dagli altri” e andare alla voce ”Suggersci agli amici le foto in cui ci sono io”, poi cliccare su “Modifica impostazioni” e spuntare la casella “No”. Tutto semplice, sembra, Ma intanto, la polemica si è innescata.