(ASI) "L’enorme crisi istituzionale che si è aperta ieri necessita di una risposta razionale, ferma, decisa ma ben ponderata. Ieri sera il Presidente Mattarella ha usato parole pesanti come pietre per accusare i partiti di non aver voluto portare a compimento il percorso per formare il governo e per difendere non se stesso ma la Presidenza della Repubblica e le sue prerogative costituzionali.

 

Anche noi, come Partito Democratico, abbiamo molto da imparare da quello che è successo nelle ultime settimane. Si vedeva lontano un chilometro che Salvini non aveva la minima intenzione di andare al Governo. Ha speso gli ultimi 80 giorni a impostare la nuova campagna elettorale. Anziché denunciare tutto questo, mettendolo davanti alle sue responsabilità, siamo rimasti immobili, dedicando tempo e risorse alle solite lotte intestine.

M5S e Lega si dimostrano sempre più irresponsabili nel voler scaricare le loro colpe contro il Quirinale. In particolare Di Maio e i suoi, i grandi sconfitti di questa messinscena, stanno pericolosamente giocando col fuoco, aizzando le piazze, alzando di dieci toni lo scontro politico. Mattarella doveva ancora finire di parlare ieri sera e loro già parlavano di impeachment. Dopo cosa c’è? Il livello successivo quale sarà?

Nei mesi precedenti, e durante la campagna elettorale, si sono rivolti e hanno raccolto i voti tra le masse di cittadini che si sentono sconfitti, abbandonati e arrabbiati. Noi, invece, quella rabbia non l’abbiamo compresa, non l’abbiamo accolta e ascoltata. Proprio per questo motivo dobbiamo ascoltarla e accoglierla ora. Affrontando con serietà il tema della precarietà, non solo economica ma anche sociale, che è il principale carburante per sentimenti negativi come rabbia e frustrazione.
Rabbia e frustrazione che vengono ciclicamente veicolate contro il nemico di turno. Il diverso, lo straniero, il lontano. Gli omosessuali, i migranti e l’Europa diventano i bersagli contro cui sfogare tutte le insicurezze accumulate in tanti, troppi anni di crisi economica e sociale.

Soprattutto sull’Europa, vero nodo della crisi politica e istituzionale degli ultimi giorni, dobbiamo trovare il coraggio di abbandonare posizioni conservatrici, di retroguardia, per dire chiaramente, una volta per tutte, che servono cambiamenti radicali. Non per contrapporsi in maniera sterile ai cosiddetti poteri forti, in nome di un sovranismo novecenteso, ma per supportare con forza l’idea di un’Europa sociale, non più grigia matrigna, davvero attenta alle difficoltà e ai bisogni dei suoi cittadini e delle sue cittadine. Un’Unione in grado di risolvere davvero problemi che i singoli Stati non sono più capaci di affrontare da soli. Solo così toglieremo benzina a Salvini e Di Maio. Con la politica, con le idee.

Bene ha fatto Martina ad annunciare immediatamente iniziative a difesa del Presidente della Repubblica e della nostra Costituzione, ma temo che la questione sia più profonda. Dobbiamo quindi affrontare con determinazione ma estrema cautela questo momento. Stando attenti a riempire di contenuti la nostra iniziativa e senza dare adito ad una ancora maggiore contrapposizione, non tra noi e gli altri partiti ma tra i cittadini.

Questa fase, questo momento e le settimane, probabilmente molto complicate che arriveranno, non possono esimerci dal continuare a cercare un percorso di innovazione nel pd senza usare il momento solo come una scusa per mantenere lo status quo perché dettato dalle circostanze.
Anzi, è il momento di fare il contrario. Abbiamo il dovere di proporre ai nostri concittadini una prospettiva nuova, una speranza diversa da quella impaurita delle destre e un gruppo dirigente nuovo capace di interpretare i tempi e i bisogni.
Alle classi dirigenti del passato che hanno perso, non vinto, o straperso le elezioni chiediamo di mettersi al servizio del partito lasciando spazio alla necessaria boccata d’ossigeno di cui abbiamo bisogno". Lo dichiara Daniele Viotti, eurodeputato Pd, sulla questione del Governo.

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