(ASI) Massimiliano Fedriga è il nuovo governatore del Friuli-Venezia-Giulia con il 57%, un risultato elettorale che ha definito per la Lega «al di sopra di ogni aspettativa». Molti attendevano questo voto come un passaggio chiave per delineare le alleanze del futuro governo. Le risposte dalle urne sono state il boom del centrodestra e il crollo del Movimento 5 Stelle, che perde 17 punti percentuali rispetto alle elezioni del 4 marzo.
Un colpo devastante per il leader Luigi Di Maio che, a suo rischio e pericolo, ha chiesto a Sergio Mattarella di tornare al voto già a giugno. Richiesta comunque respinta dal Colle. Matteo Salvini twitta di essere pronto a governare l'Italia e con il Friuli supera i sogni dell'ex leader Umberto Bossi, conquistando un'altra regione dopo Lombardia (Attilio Fontana) e Veneto (Luca Zaia). Un centrodestra a trazione leghista che mette in ombra anche la crescita di Forza Italia in Friuli del 2% rispetto a marzo. Il Partito Democratico con Sergio Bolzonello ha tenuto con il 26,8%, mentre più preoccupante è il risultato del pentastellato Alessandro Fraleoni Morgera fermo all'11,6%.
Salvini ha promesso che i risultati ottenuti serviranno al governo, non solo alle urne, lasciando intendere di non volere solo le elezioni, mentre ha ricordato che non abbandonerà la coalizione di centrodestra, rimanendo fedele a Berlusconi e Meloni.
Dopo la sconfitta in Molise, dove erano dati per favoriti, il tonfo di domenica 29 aprile fa vacillare le certezze di Di Maio sulle strategie finora seguite per formare un governo. Accettare l'alleanza con chiunque pur di andare al governo, con la sola eccezione di Silvio Berlusconi, non è piaciuta all'elettorato. I dubbi riguardano soprattutto la linea politica poco trasparente, dato che il M5s avrebbe scelto indifferentemente Lega e Pd come interlocutori.
Renzi è tornato sotto i riflettori televisivi solo per ribadire la sua linea, mossa che non è piaciuta al reggente Maurizio Martina e alle altre correnti del Pd: «Noi non potremo mai sostenere un governo Di Maio, significa portare rispetto verso chi ci ha votato». Aspre critiche fanno eco alle parole dell'ex segretario, con i colleghi che lo sfidano in direzione. «Così il partito è ingovernabile», ha detto Martina.
Le decisioni sull'esecutivo spettano ora al presidente della Repubblica che, dopo aver messo in luce costi e rischi del voto in autunno, si appresta a comunicare la propria scelta già venerdì 4 maggio. Impossibile per il presidente non prendere atto che nessun governo può essere formato aggirando M5s e Lega, un binomio che sta rendendo l'iter istituzionale sempre più complicato. «Quello che era stato fatto per garantire stabilità al Paese rischia di essere gettato al vento», così il Colle contrario a nuove elezioni.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia