La sinistra espugna le città storiche della destra
L'elettorato vota a sinistra, è cambiato il vento?
A Milano trionfa Pisapia, a Napoli si insedia De Magistris
Di Michele Topini
(ASI) Il bilancio finale delle elezioni amministrative del 2011, terminate con i ballottaggi del 29 e 30 maggio, è una schiacciante vittoria della sinistra sul PDL e sulla Lega Nord.
Berlusconi in campagna elettorale aveva dichiarato che il voto a Milano sarebbe stato notevolmente significativo e di grande valenza politica.
E' evidente che pensava di vincere, ma ora stando ai fatti e alle sue stesse dichiarazioni, dopo una simile disfatta elettorale, per coerenza con quanto da lui affermato, dovrebbe dimettersi, riconoscendo ed ammettendo che c'è stato un sostanzioso calo di consensi da parte del suo vecchio elettorato.
Milano, che storicamente era una fortezza della destra, passa ora in mano alla sinistra e neanche al PD, ma bensì a Sinistra e Libertà che diventa una realtà politica consolidata e sempre crescente.
A Cagliari vince il PD così come a Novara dove addirittura il sindaco uscente è della lega Nord.
Anche Bossi, infatti accusa il colpo e continuando in elenco perde anche Desio, Mantova e Ro.
Intanto dall'altra parte l'Italia dei Valori festeggia la schiacciante vittoria di De Magistris che vince a Napoli con il 65,4 % dei voti.
L'elettorato ha insomma nettamente premiato la sinistra, ma forse c'era da aspettarselo dopo il recente ennesimo scandalo che ha visto Berlusconi coinvolto in contestazioni di reato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile.
Dopo la sconfitta, il PDL ha riunito i vertici del partito per meditare sulla disfatta e tentare di riordinare le idee, che tuttora appaiono piuttosto confuse.
Intanto il ministro Bondi rassegna le dimissioni da coordinatore del partito, riconoscendo una pesante sconfitta alle amministrative preceduta da un totale fallimento della campagna elettorale, fatta, specialmente a Milano, non di proposte ma di insulti e false accuse al leader di SEL Pisapia.
La destra aveva descritto l'ormai sindaco di Milano come un “Matto” che avrebbe rovinato la città riempiendola di moschee e di zingari, qualcuno ha utilizzato in campagna elettorale addirittura la parola “delinquente”, e molto ancora la destra ha puntato su false accuse e calunnie. E' stato tutto vano, le voci messe in giro da Pdl e Lega si sono rivelate un vero e proprio boomerang che ha finito per colpire i loro stessi leader, rendendoli vuoti di contenuti e incapaci di avanzare proposte politiche concrete.
Davanti ad un simile quadro, Berlusconi dovrebbe trovare il coraggio per dimettersi visto per di più che la maggioranza in parlamento vacilla dalla fine del 2010, quando sul voto di fiducia il governo non cadde per appena 3 voti.
Ora il segnale è arrivato invece forte e chiaro dall'elettorato che non si sente più rappresentato da questo governo, tanto è vero che il PDL, per continuare l'elenco della catastrofica sconfitta alle amministrative, ha perso addirittura Trieste, storica roccaforte “nera” ed è stato sconfitto perfino tra le mura di casa e cioè ad Arcore.
Tirando dunque le somme, è sotto gli occhi di tutti il crollo del Berlusconismo, e dimostrando un minimo di serietà politica e più genericamente intellettuale, l'attuale governo dovrebbe prendere fortemente in considerazione l'ipotesi delle elezioni anticipate, poiché appare palese che i cittadini italiani vogliono esprimersi in tal proposito, modificando in modo sostanziale l'attuale quadro rappresentativo.