Marco Rizzo (PC): ". Il lavoro è al centro di questa battaglia politica. Dobbiamo rendere il popolo protagonista"

rizzo7 copy(ASI) - Intervista fatta dal Direttore di Agenzia Stampa Italia Ettore Bertolini e il giornalista Federico Pulcinelli a Marco Rizzo, Segretario Nazionale del Partito Comunista e candidato premier dello stesso.

Il suo partito è riuscito a presentarsi in 16 regioni su 20 nonostante le difficoltà causate dall’attuale legge elettorale a soggetti privi di rappresentanza elettorale. A 29 anni dallo scioglimento del PC, che era riuscito a raccogliere milioni di voti durante la guerra fredda, con un contesto socio-economico molto diverso dal dopoguerra, cosa può proporre un nuovo soggetto politico di ispirazione marxista e leninista per rilanciare l’Italia?
Noi non è che rilanciamo l’Italia ma il 90 % della popolazione italiana. Oggi la proletarizzazione del ceto medio consegna a quello che era il mondo dei lavoratori, un esercito; oggi la globalizzazione capitalistica ha un’idea di schiavizzazione, devi nascere, consumare e morire. Vogliono che domenica si vada negli outlet a comprare cibo avariato come piccoli criceti in gabbia. Noi rivendichiamo la libertà del lavoro e non il reddito di cittadinanza proposto dalla pessima politica legata ai poteri forti; lui ti permette di sopravvivere ma noi vogliamo vivere. Il lavoro è al centro di questa battaglia politica.

 

Nelle sue dichiarazioni pubbliche ha attaccato la sinistra alternativa al PD che sarà presente alle elezioni sotto vari simboli; in particolare su temi come la gestione dei flussi migratori e la politica internazionale, è stato spesso molto critico verso leader politici riconducibili a ‘Liberi e Uguali’ o al ‘Potere al Popolo’. Con quest’ultimo condividete apparentemente alcune matrici ideologiche. Se questi partiti sbagliano, in cosa lo fanno e perché?
La sinistra ha tradito e dimenticato lo scontro fondamentale tra capitale e lavoro per perdersi nei meandri dei diritti civili. Tsipras ad esempio, che cantava ‘Bella Ciao’ e faceva il pugno chiuso, è finito per allearsi con i poteri forti dell’Unione Europea, massacrando il popolo greco dal punto di vista del lavoro, della sanità, dell’istruzione e dei trasporti. Il nodo cruciale è quello del lavoro, del conflitto tra ricchi e poveri, quest’ultimi sono ormai il 90% della popolazione. Vogliamo rendere questa parte del popolo protagonista, e soggetti politici di Liberi e Uguali come ad esempio Pietro Grasso e Laura Boldrini, non possono rappresentare la sinistra.

 

Uno dei problemi più grandi è la condizione precaria del lavoro, soprattutto per i giovani, ora che in Europa la crisi sociale si sta acuendo. Sembra non esserci grande successo per quell’area politica che un tempo godeva di grande seguito e aveva solidi diritti. Come se lo spiega? Cosa si dovrebbe fare per risolvere l’emergenza lavoro?
La lotta di classe l’hanno fatta i padroni e l’hanno vinta, a livello internazionale come in Russia. Dobbiamo ripartire dal lavoro che è più importante di qualsiasi finanza. C’è bisogno di una rivoluzione e cioè pagare un’ora di lavoro uguale per tutti. Avere un salario minimo garantito per mansione, sconfiggendo il sessismo, il razzismo, la xenofobia e la guerra tra poveri. Questo cancellerebbe molti nostri problemi.

 

L’URSS di Stalin è stata anche celebre per le imponenti opere pubbliche realizzate come le ferrovie, metropolitane, ponti e così via. Cosa farebbe Marco Rizzo per le infrastrutture se fosse al governo? Quali sono le priorità secondo voi?
Dobbiamo concentraci su chi usufruisce principalmente dei trasporti e quindi sui pendolari. Invece di pensare a realizzare il ponte sullo stretto, pensiamo alla manutenzione delle strade dissestate; così facendo l'incidente di Milano si sarebbe potuto evitare. Invece di mandare i nostri soldati all'estero per fare guerra potremmo invece mandarli a fare opere di manutenzione idrogeologico nel nostro Paese. In generale, dovremmo impiegare diversamente la nostra ricchezza.

 

In merito a temi come la NATO, le azioni militari dell'Occidente in Libia e quelle tentate in Siria, azioni sostenute da alcune componenti della sinistra, e in merito all'Unione Europea considerata da alcuni come l'Europa delle banche e non dei popoli, il Partito Comunista che posizioni assume?                                                                      L'Europa dei popoli è stata una frase di Bertinotti ma quello che è successo in Europa non è stato un errore politico, ma era tutto voluto e costruito apposta per portarci a queste condizioni. Non si può essere che contro all'Unione Europa.

 

Negli ultimi giorni, lo scontro ideologico è sfociato in violenza in alcune parti d'Italia e si è spesso parlato di un pericoloso ritorno agli opposti estremismi. Questa logica potrebbe giocare a favore di alcuni sistemi politici ed economici osteggiati da posizioni diverse ai cosiddetti radicali della politica. Il Partito Comunista come si pone di fronte a queste vicende?                                                                                                                                                       Io mi auguro che non si superi il confine perché non possiamo ritornare indietro negli anni e ripetere gli stessi errori. Mentre a quell’epoca i ragazzi si uccidevano, i poteri prosperavano. Il potere ha bisogno degli opposti estremismi. Io sono antifascista e il fascismo lo si contrasta nelle periferie, e dobbiamo essere dalla parte del proletariato. La sinistra di oggi invece è dalla parte delle banche e dell’Unione Europea.

 

Su questa scia di somiglianze di battaglie politiche in merito alla NATO, all’UE e al sistema bancario, non può esserci unità di intenti tra le aree radicali della politica anche solo su questi temi condivisi? Le destre, e parlo di fascismo e nazismo, hanno avuto un'origine sociale ma poi si sono sempre avvicinati al mondo capitalistico; ne sono un esempio Hitler e Mussolini. E oggi avviene lo stesso con le destre odierne con quest’idea sovranista che non mette mai in discussione l’alleanza militare della NATO.

 

Siete favorevoli alla nazionalizzazione della Banca d'Italia e alle sanzioni che stanno facendo alla Russia?
La banca d'Italia è privata e come tutte le grandi aziende, vanno messe sotto il controllo dello Stato; quindi sono d'accordo ma deve essere nelle mani dello Stato dei lavoratori. Noi siamo contro le sanzioni dell'ONU nei confronti della Russia e di tutti gli altri Stati del mondo che sono sotto la piovra dell’imperialismo.

 

 Ettore Bertolini e Federico Pulcinelli - Agenzia Stampa Italia

Montaggio Video - Natsuko Moritake

Trascrizione scritta fatta da Claudia Piagnani.

 

 

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