(ASI) "Sembra sempre più concretizzarsi l’approvazione di un emendamento al DL Bilancio, il 41.0.26, che vorrebbe introdurre una tassa di scopo sul tabacco per finanziare un fondo per l’acquisto di farmaci. Se così fosse, preoccupa che l’intera Commissione salute sia cascata nel tranello buonista di interessi privati facendosi trasportare dall’emotività" – ha dichiarato Pietro Paganini, professore della John Cabot Unviersity e presidente del think tank Competere.eu, intervenendo a margine di un convegno sullo stato dell’innovazione nel sistema Italia.
"Ancora più preoccupante è che l’emendamento sia privo di qualsiasi spiegazione rispetto al funzionamento di questo fondo, una approssimazione che sembra costruita appositamente per privilegiare la burocrazia. Ci chiediamo quindi come agiranno i nostri burocrati rispetto a questo tema: il timore – puntualizza Paganini – è che i fondi introitati dallo Stato dalla vendita del tabacco non vengano investiti per fare ricerca pubblica, bensì per acquistare farmaci di imprese private, che forse non sono nemmeno italiane".
"Una nuova tassa sul tabacco – continua il presidente di Competere – avrebbe effetti negativi sul mercato, riducendo i volumi di vendita e, a causa degli aumenti di prezzo, rischierebbe di colpire duramente un settore già in sofferenza, favorendo il mercato illecito del contrabbando e, paradossalmente, facendo diminuire il gettito".
"Già a seguito del decreto fiscale di giugno scorso, emanato e approvato con modalità poco trasparenti, il Governo ha incassato molto meno di quanto previsto. Come se non bastasse, le proiezioni sull’anno sono pessime e – conclude Paganini – con questa Legge di Bilancio rischiamo di raggiungere due primati: che il Governo incassi meno di quanto previsto dalle accise sul tabacco e che il Parlamento, istituendo un fondo per la ricerca o per l’acquisto di farmaci, mascherandolo come necessario per i cittadini, faccia piuttosto un favore alle industrie farmaceutiche".