(ASI) Roma - «Io sono dignitosamente e umilmente una servitrice di questo Stato come moglie di un ufficiale che a sua volta ha giurato fedeltà prima alla bandiera che a me»: inizia così la lettera della moglie di un ufficiale letta durante il convegno "La tutela della famiglia militare" organizzato dal MoVimento 5 stelle in collaborazione con l'associazione AMD - L'altra metà della divisa, e in svolgimento alla Camera dei Deputati (Sala Tatarella).
«Noi Signori siamo il dietro della medaglia, la parte in ombra, quella che non si vede, ma se non c'è, non ci sarebbe neanche il suo davanti, quello che spolverate sempre sulle vostre belle divise», scrive la donna, che ha dovuto affrontare le difficoltà di una vita andata in frantumi dopo un trasferimento lontano e le numerose difficoltà che ha dvuto affrontare.»
«Signori, se l'Associazione non avesse preso i miei cocci e mi avesse fatto rialzare, forse oggi sarei separata e i miei figli vivrebbero lontani dal loro papà. Loro mi hanno aiutata a ricostruire la mia rete», ha scritto nella lettera, riferendosi all'associazione L'altra metà della divisa.»
«Come tutelare la famiglia militare? Come riconoscerne la specificità e tutelarne i componenti più deboli, il coniuge e soprattutto i minori? È l'aspetto meno conosciuto della divisa, quello poco considerato ma fondamentale, la famiglia - denunciano i deputati del MoVimento 5 Stelle in Commissione Difesa, Gianluca Rizzo e Tatiana Basilio - Il convegno è soprattutto un tavolo di lavoro per concretizzare proposte che possano dare vita ad azioni legislative per supportare le "famiglie militari", migliorando e implementando gli interventi già attivi, troppo spesso non adeguati alle reali esigenze di vita dei militari e dei loro familiari».
«Tanti gli aspetti trattati: il supporto psicologico necessario soprattutto in caso di trasferimenti, missioni, il sostegno legale ed anche economico. La necessità di unire le esperienze, anche grazie all'ausilio della comunicazione, per far sentire l'altra metàdella divisa meno sole, o anche meno soli, dato che le donne in divisa sono oramai una realtà conclamata», concludono la nota i deputati del MoVimento 5 Stelle