(ASI) Le elezioni in Francia hanno contribuito a chiarire le posizioni politiche in Italia. Berlusconi, con le sue dichiarazioni a favore di Macron, di fatto ha compromesso le residue possibilità di alleanza elettorale con Lega e Fratelli d'Italia, non solo perché i suoi due leader appoggiavano Marine Le Pen, ma perché forse era già tutto previsto... in altra sede.
Renzi da parte sua ha proveduto a "liquidare" l'ala sinistra del suo partito, e si prepara, senza quasi più contestazioni interne, a nuove alleanze e "grandi coalizioni". Chi ha stigmatizzato subito il comportamento di Berlusconi è stato il leader del Carroccio, Matteo Salvini e, certamente, Giorgia Meloni non la penserà in maniera diversa. Che esistessero già marcate differenze non è stato mai un mistero per nessuno. Troppa la distanza fra la posizione liberista ed europeista di Berlusconi e quella patriottica, sociale e sovranista degli altri due esponenti politici.
Infatti, sostenere il candidato Macron - uomo dell'alta finanza, contigua a Rotschild, appoggiato dalla Massoneria, dalla stampa internazionale poco indipendente, dalla Merkel, da Junker - ha significato dare il colpo di grazia ad un progetto di centrodestra, anche se sin dall'inizio sembrava difficilmente praticabile. Come molti analisti hanno evidenziato, Macron metterà l'Italia in secondo piano per rafforzare l'asse franco-tedesco già privlegiato da Hollande, nonostante la sua impopolarità fra i francesi. In conclusione, Berlusconi con la sua scelta di campo in pratica non può più rappresentare i parecchi milioni di italiani delusi dalla politica dei sacrifici e delle austerità imposte dai burocrati di Bruxelles. Sulla loro pelle.
Redazione Agenzia Stampa Italia