(ASI) Perugia, “Esprimiamo tutta la nostra vicinanza umana e politica ai lavoratori u
mbri, ma anche la nostra grande preoccupazione per lo stato del mondo del lavoro che, attualmente, presenta un numero pazzesco di cassaintegrati e giovani disoccupati”. Si esprime così il Partito comunista dell’Umbria in vista delle celebrazioni del 1° maggio, festa dei lavoratori. “Molte volte – proseguono dal Partito comunista regionale –, quando si parla del lavoro in Umbria, non si tiene conto del fatto che la nostra regione, con circa 900mila abitanti, è fra le primissime per numero di morti sul lavoro ed è fra le prime regioni italiane per numero di feriti gravi in seguito a incidenti sul lavoro. In questo quadro, paradossalmente, la priorità assoluta degli ultimi due governi, prima Renzi e poi Gentiloni, è stata quella di riformare il mercato del lavoro attraverso il noto Jobs Act che, nella sostanza, ha solo implicato un’ulteriore flessibilità e precarizzazione dei rapporti di lavoro, cancellazione dei pochi diritti che ancora avevano i lavoratori e, in conseguenza di ciò, ancora maggiore ricattabilità dei subalterni”.
“Noi comunisti – concludono dal Partito comunista Umbria – cogliamo l’occasione del 1° maggio per ribadire che il lavoro è l’architrave di una società civile, un diritto basilare. Esso rappresenta un determinante fattore di emancipazione personale e sociale per cui chi è disoccupato è solo un escluso invisibile. In ragione di ciò, questa giornata, non è una semplice ricorrenza e non può nemmeno ridursi a una semplice festa consumistica ed edonistica. Per i lavoratori e le lavoratrici, in tutto il mondo, esso rappresenta il più importante giorno di lotta e di mobilitazione. Per questo motivo, noi comunisti, insieme alla classe operaia e alle larghe masse popolari, dobbiamo riappropriarci del 1° maggio, del suo significato e della sua gloriosa storia”.