(ASI) Secondo la Cgil nel primo trimestre dell’anno si sono registrati 2.061 nuovi ricorsi aziendali ai decreti di cassa integrazione straordinaria.
Un numero in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando, invece, si segnavano 1.760 ricorsi. La crescita tendenziale è quindi del 17,1% e riguarda 3.031 unità aziendali rispetto alle 2.061 del primo trimestre del 2010. E’ la stessa CGIL a fornire i numeri in un rapporto sulle aziende in cassa integrazione straordinaria a cura dell’Osservatorio Cig, ricordando come i tavoli di crisi aperti al ministero dello sviluppo economico siano al momento 183. Numeri che il sindacato rilancia alla luce, sottolinea il segretario confederale, Vincenzo Scudiere, “di come ieri è stata definita la vicenda Vinyls e di come si stiano aggravando le grandi crisi industriali, ad esempio: Eurallumina, Basell, Antonio Merloni, Fincantieri, Omsa, Legler, Phonemedia, Omnia service, Firema, Tirrenia, e altre ancora”.
Nel dettaglio il rapporto sottolinea come si consolidino le aziendali, in crescita de +2,2%, e che rappresentano il 64% del totale dei decreti. Le altre causali significative nei decreti riguardano le domande di ricorso al fallimento (+122,5%), al ricorso al concordato preventivo (+45,6%). Tornano ad aumentare i contratti di solidarietà (+47,3%) che rappresentano il 19,1% del totale dei decreti. Le domande di ristrutturazione aziendale rimangono su numeri bassi: sono state infatti solo 51, appena il 2,4% dei decreti. Anche in questo mese, quindi, “e con ancora più forza” si conferma una tendenza all’aumento dei casi di fallimento e aumentano anche i casi di concordato preventivo: “Segnali di crisi industriali più consistenti e di vera crisi di prospettiva”. Mentre è costante la tendenza da tempo in atto dell’aumento degli interventi di tipo passivo verso le imprese. Infine sono solo il 5,7% del totale dei decreti, gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale dell’impresa.
Per quanto riguarda le grandi crisi industriali, quindi, sottolinea Scudiere, “stiamo arrivando ad un punto di non ritorno e abbiamo bisogno che il governo prenda con più determinazione ed efficacia le decisioni che deve assumere”. Il sindacalista, infatti, ricorda come si è conclusa la vicenda Vinyls di ieri, dopo che l’accordo con il fondo svizzero Gita sembra essere andato in fumo per il mancato rispetto degli impegni per la capitalizzazione della newco. “Siamo molto insoddisfatti per come si è definita ieri la vicenda senza che il governo abbia tenuto in considerazione un impegno diretto dell’Eni”. I numeri dell’osservatorio, inoltre, preoccupano anche perché “non vorremmo trovarci a dover fronteggiare brutte notizie, come ad esempio a Termini Imerese con l’ipotesi che tutto possa precipitare velocemente facendo svanire ipotesi che abbiamo condiviso negli ultimi mesi. Il nostro - conclude Scudiere - non è un allarme da irresponsabili ma una valutazione di come bisogna affrontare la crisi in maniera più determinata”.