(ASI) “Il destino di una città non può essere legato a doppia mandata a quello di un’azienda che ospita sul proprio territorio, l’Ilva, il cui futuro è per di più già seriamente compromesso. Taranto ha la necessità assoluta di guardare oltre, il governo nazionale deve avere il coraggio di ridisegnare il domani di una zona dalle enormi potenzialità, nella consapevolezza che l’industria dei Riva non potrà mai avere un futuro ecocompatibile, e che se non si cambierà strada a Taranto si continuerà a morire”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola del gruppo Misto alla Camera dei Deputati.
“L'Italsider prima e l'Ilva dopo, non hanno creato benessere, bensì malattie e morte. Taranto avrà un futuro solo se il siderurgico chiuderà completamente, smettendo di avvelenare. Il premier Renzi colga la sfida più grande, la riconversione piena di un tessuto economico e sociale ad oggi agonizzante. L’Ilva, la cui procedura di 'svendita' è in corso, non potrà rappresentare ancora per molto tempo garanzia di lavoro per i suoi dipendenti – prosegue Labriola –. Ogni euro investito per rimettere in corsa questo ‘drago’, é senza alcun dubbio un euro tolto al riscatto vero della città, ad un futuro sano per i nostri figli. Ilva va superata, e solo dopo sarà possibile effettuare delle serie bonifiche. Che senso ha la bonifica se non si eliminano le cause di inquinamento? Palazzo Chigi metta Taranto in cima alla lista delle priorità. Pensi ad una città nuova, profondamente ripulita dai danni dell’industria, che possa trovare ossigeno attraverso l'eccellenza, un’agricoltura di qualità, il rilancio della pesca e soprattutto il turismo. Percorsi turistici legati anche all’archeologia e perché no, all’archeologia industriale nei siti che oggi appartengono ad Ilva. Urge ripensare Taranto, individuare vie di riconversione della forza lavoro, con adeguati percorsi formativi. Al governo diciamo basta parole. Invitiamo Renzi a prendere realmente a cuore il nostro futuro”.