Siamo con Alessandro Di Battista, giovane deputato del Movimento 5 Stelle, eletto il 7 maggio 2013 alla Camera dei Deputati, dove è stato vice-presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari. Quindi partiamo dagli Esteri. L’Italia che ripudia la guerra ha, però, 5.700 soldati in missioni all’estero in un periodo in cui gli italiani stringono cinghia ed una famiglia su 5 è in crisi. Cosa ne pensa?
Ottima domanda. I nostri militari fanno anche veramente delle missioni della pace e di peace-keeping. Il Movimento 5 Stelle non dice che tutte le missioni all’estero siano sbagliate ma crediamo che in Afghanistan stazioni la guerra, quindi dobbiamo tornare prima possibile a casa. Quella guerra infame ci è costata 5 miliardi di euro, oltre 50 vittime tra i nostri soldati, in un conflitto che non ci riguardava, a cui abbiamo aderito esclusivamente su ordine degli statunitensi, dei quali siamo sudditi e non alleati. Altre missioni sono da verificare. Ad esempio, per quanto riguarda la missione del contingente italiano in Libano ho visto con i miei occhi che è molto utile perché riesce appunto a produrre una zona cuscinetto tra le varie fazioni che si fanno guerra, quindi è bene che ci siano i nostri militari. Ciononostante, sono d’accordissimo sul fatto che nel momento in cui ci sono 8.400 morti in un anno per inquinamento in Italia, occorrerebbe bonificare il territorio più che spendere per gli F35.
Sempre per quanto attiene agli Esteri abbiamo visto quello che è accaduto in Afghanistan, in Iraq e in Libia, e ciò che ora sta accadendo in Siria. La politica estera italiana risponde sempre ai dettami internazionali, alla logica di certi poteri forti internazionali e degli Stati Uniti. Non ritiene che sia giunta il tempo che l’Italia consegua una propria politica estera indipendente?
Assolutamente. Non soltanto gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono un grande Paese. In America, uno come De Luca non sarebbe mai diventato governatore. Da qui possiamo imparare molte cose. Ma ripeto, essere alleati è diverso dall'essere sudditi. E lo fummo anche dei francesi contribuendo alla deposizione violenta di Gheddafi, al quale certamente noi del M5S non baciavamo le mani come Berlusconi, ma che comunque è stata uno scandalo. Non difendiamo di certo una dittatura, ma è compito dei popoli sovrani destituire i dittatori non delle bombe straniere. La conseguenza di certi atti è un vuoto di potere che per esempio contribuisce alla proliferazione del terrorismo. L’abbiamo visto in Iraq e l’abbiamo visto appunto in Libia, che oggi è un disastro, a 400 chilometri dalle nostre coste e dove tra l’altro si è inserito il jihadismo. Lo disse anche Gheddafi: "Attenzione, se cado io poi prolifererà lo jihadismo". E’ accaduto anche con Saddam Hussein, che era evidentemente un dittatore ma ancora prima era stato amico dell'Occidente. Furono gli Stati Uniti a rifornirlo di armamenti, che utilizzò contro l'Iran e i curdi. Le armi di distruzioni di massa non furono mai trovate anche perché le aveva già usate. E’ diventato un nemico fondamentalmente quando ha iniziato a nazionalizzare l’industria del petrolio. La logica è sempre legata a vicende petrolifere. Se ci sono capi di Stato che iniziano a nazionalizzare le risorse petrolifere, le "sorelle" in affari del petrolio internazionale si arrabbiano e sono capaci di promuovere interventi armati.
Abbiamo visto che l'intervento degli Stati Uniti e della coalizione internazionale che guidano, non ha risolto niente, anzi ha acuito il problema dell'instabilità in Siria e in Iraq. La conditio sine qua non che Washington impone per la pacificazione è la destituzione di Assad, ma non è più giusto che siano i siniani a decidere il suo destino?
Secondo me sì. Certamente. Ora non difendo Assad ma non è compito del popolo italiano e del governo italiano destituire e decidere quale deve essere il presidente della Siria. Lo stesso Assad, tra l’altro, qualche anno fa era un buon amico. Mi ricordo che il presidente Napolitano andò in Siria per tessere le lodi al paese di Assad. Poi Assad è diventato un nemico, da un giorno all’altro. Evidentemente ha impedito il passaggio dei gasdotti dal Qatar, che dovrebbero passare per la Turchia e arrivare in Europa, tagliando fuori in pratica gli interessi dei russi che, comunque, con il gas ci campano. Insomma, sono sempre queste geopolitiche che vengono decise sulle pelle dei cittadini. La guerra è qualcosa di osceno. Io penso sempre che la guerra sia commessa e combattuta da persone che non si conoscono, ma decisa da persone che si conoscono tra di loro ma non si fanno guerra.
Entriamo in Italia. Parliamo delle banche. Hanno voluto salvare quattro banche azzerando i risparmi degli obbligazionisti. Voi siete insorti su questo tema scatenando un'aspra polemica col PD. In contemporanea, avete ricevuto un attacco anche da Silvio Berlusconi, che mette in guardia l'elettorato dal pericolo di un ballottaggio fra M5S e PD. Proprio oggi ci è arrivata in redazione la notizia di un forte attacco da più fronti contro il vostro sindaco di Livorno. Cosa succede?
Diciamo che gli attacchi ci arrivano da sempre e soprattutto da quando il M5S sta combattendo veramente per far sì che l'Italia non si trasformi in una democrazia bancaria, in una repubblica fondata sulle banche. Perché le banche controllano tutto. Controllano le informazioni e controllano la politica. Gli stessi partiti politici sono delle banche. Ci sono partiti democratici che gestiscono i nostri soldi. Scordiamoci che siano partiti. Non lo sono. Per cui, ci arrivano questi attacchi. A Livorno abbiamo fatto una cosa giusta, un'azione che colpisce l’interesse dei poteri forti. A Livorno, in pratica, c’è un’azienda municipalizzata piena di debiti gestita dal PD, anche con l’aiuto delle banche. Le banche prestavano i soldi. Il Partito Democratico assumeva dirigenti in esubero. Siamo entrati noi, dopo 70 anni di governo cittadino di sinistra, e le banche, tra cui anche il Monte dei Paschi, hanno chiuso i rubinetti. La mia città [Roma, ndr] è diventata teatro di malaffare per colpa dei partiti, soprattutto del PD. Lì ho capito che le truffe che fanno questi delinquentelli di Mafia Capitali diventano un nulla rispetto alle truffe e alle ruberie commesse da alcuni pezzi grossi delle banche. Impressionante. Per cui ci arriva ogni tipo di attacchi. Ma io dico che soprattutto questo PD e Forza Italia, che ormai compongono un partito unico, ci attaccano perché sono spaventati. Cioè, cercano di spaventare la gente perché sanno che con il M5S, come si è visto Livorno, la pacchia finirebbe. Ora concorderemo un preventivo stabilendo che i cittadini livornesi non paghino i debiti lasciati dal PD. I debiti del PD li paghi la segreteria del Partito Democratico, questi delinquenti che hanno fatto di tutto con i nostri soldi in questi 30 anni, e non certo i cittadini di Livorno che, invece, meritano i servizi.
Non ritiene che è giunto il momento di nazionalizzare la Banca d’Italia? Perché la Banca d’Italia non ha controllato su queste 4 banche che alla fine hanno fallito la loro missione e hanno portato sul lastrico intere famiglie risparmiatrici?
Io credo che la perdita della sovranità bancaria, quindi sostanzialmente la privatizzazione della Banca d’Italia, che è proprietà di banche private attraverso le loro fondazioni, sia uno dei grossi drammi dell’Italia. Quindi concordo con Lei. Il M5S, quando andrà al governo, proporrà una disegno di legge per la nazionalizzazione di Bankitalia. Perché la moneta appartiene ai cittadini non ai privati.
Ettore Bertolini - Agenzia Stampa Italia
Si ringrazia la collaborazione dei colleghi Natsuko Moritake e Fais Andrea