(ASI) Le associazioni Lgbti riconoscono al dimissionario sindaco di Roma, Ignazio Marino, la sua decisa ed ideologica azione politica a favore dei diritti, nonché l'impegno dedicato al contrasto dell'omofobia e della transfobia, attraverso anche una campagna di comunicazione promossa nel luglio 2014 da Roma Capitale per i giovani spesso vittime di bullismo e discriminazioni.
Senza dimenticare che il 18 ottobre dello scorso anno il primo cittadino capitolino, in barba anche alle disposizioni del ministro Alfano e suscitando la reazione dell'allora prefetto Giuseppe Pecoraro nonché l'ira dei vescovi, segnò una giornata particolare e storica registrando in Campidoglio sedici matrimoni samesex celebrati all'estero. Un atto altamente simbolico per difendere il diritto a vedere riconosciuta la propria unione indipendentemente dall'orientamento sessuale.
"Comunque la si possa pensare sul piano politico e a prescindere da orientamenti e appartenenze partitiche, è giusto ricordare l'impegno del Sindaco Marino sul tema dei diritti civili e dell'uguaglianza delle persone LGBTI – afferma in una nota l'Associazione Nazionale ANDDOS - . Ignazio Marino è stato il primo sindaco di Roma a partecipare ad un Pride, coinvolgendo per la prima volta l'amministrazione comunale e i suoi simboli nella parata. Si è esposto in prima persona contro la circolare che negava la trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero, come altri sindaci, facendolo tuttavia nella città più significativa per storia e tradizione, cioè Roma. Sotto la sua giunta, lo scorso gennaio, è stata approvata la delibera delle Unioni Civili, che ha dato un grande segnale politico di laicità al Paese e al Parlamento. Sono stati infine istituiti il servizio LGBT di Roma Capitale, con l'elaborazione di un Piano di iniziative strutturato e discusso con le associazioni, e la Settimana Rainbow, che quest'anno avrà luogo dal 11 al 18 ottobre nei municipi della capitale. Si poteva fare meglio? Si poteva fare meno? È possibile. Tuttavia, è un fatto che questo approccio laico e democratico al tema dell'uguaglianza delle persone LGBTI è ancora un fenomeno troppo sporadico nel nostro Paese".
L'ANDDOS ha voluto anche sottolineare quanto sia discriminatorio sostituire lo "Stepchild adoption" del figlio biologico con l'affido: "Non siamo disposti a tollerare minimamente proposte offensive come quella contenuta nell'emendamento Lepri e Fattorini, che vorrebbe degradare la possibilità di una parte dell'unione civile di adottare il figlio biologico del partner ad un mero affido speciale. Ci sembra degradante non voler riconosce quelle che a tutti gli effetti sono vere e proprie famiglie ed ostinarsi invece a creare genitori e figli di serie B".