(ASI) "In un quadro internazionale confuso, l'attuale Unione europea e' fattore di ulteriore confusione, con cio' negando le ragioni da cui era nata, come garanzia di pace e di solidita' democratica ed economica.
Guardiamo dunque con favore all'iniziativa del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, di far ripartire dall'Italia il rilancio della integrazione europea, partendo dal blocco dei sei Stati fondatori. L'Italia ha il compito storico, dopo la caduta di credibilita' morale della fallimentare egemonia tedesca, di rilanciare su basi nuove e concrete il sogno europeo dei padri fondatori. Gia' l'Italia ha avuto storicamente questo ruolo decisivo: dopo il disastroso 'no' francese alla Comunita' europea di difesa, fu la Conferenza di Messina del marzo 1955 voluta dal nostro ministro degli Esteri, Gaetano Martino, autentico liberale, a ridare slancio al progetto di Unione europea. I tempi sono cambiati, ma il rischio di un disfacimento, le cui conseguenze sarebbero persino peggiori della cattiva governance euro-tedesca attuale, impone iniziative forti. E riteniamo che questa iniziativa di Gentiloni debba prevedere subito il coinvolgimento diretto dei capi dello Stato e di governo dei sei Paesi fondatori, con due note dominanti: il si' al piano Hollande per un Parlamento della zona euro con un bilancio comune, e il si' alla reflazione della Germania, con la riduzione dei suoi surplus commerciali. La caduta della Volkswagen e la grave situazione della Deutsche Bank mostrano che un cambio di paradigma e' indispensabile anche a Berlino. Serve ripartire dall'Italia: con una nuova Conferenza di Messina per rilanciare l'Unione europea, e, con uno sguardo globale, con una nuova Pratica di Mare, una grande conferenza transatlantica tra tutte le maggiori potenze del mondo (con il pieno coinvolgimento della Federazione Russa, come avvenne nel 2002 appunto a Pratica di Mare, presidente Berlusconi), con all'ordine del giorno la lotta al terrorismo internazionale e la pace nel mondo".