(ASI) Riassorbire la Forestale in altri corpi di polizia significa disperdere professionalità preziose, è un errore gravissimo, un vero e proprio crimine, di cui spero che il Parlamento non si renda complice.
Con 192 anni di storia il Corpo forestale dello Stato è una ‘polizia ambientale’ dalle capacità e dalle competenze paragonabili solo a quelle dei ‘ranger’ delle agenzie federali americane, altamente specializzata in tutela della biodiversità, monitoraggio delle foreste, lotta agli incendi boschivi, controlli agroalimentari dai produttori fino alla tavola, lotta all’inquinamento e al traffico dei rifiuti. L’organico attuale del Corpo statale (dalla riorganizzazione sono esclusi i forestali – 10 mila solo in Sicilia – dipendenti dalle Regioni e Province autonome e la polizia provinciale) è di 8.000 unità, cui devono aggiungersi i 1.340 operai forestali assunti a tempo indeterminato, che si occupano delle 130 Riserve. Numeri esigui a fronte della vera e propria esplosione, registrata negli ultimi decenni, di fenomeni come dissesto idrogeologico, alluvioni, incendi boschivi, speculazione edilizia e consumo del suolo agricolo, bracconaggio, distruzione di ambienti naturali ed inquinamento di vaste aree del Paese.
Redazione Agenzia Stampa Italia