Dibattiti. Giusti: Pena di morte e terrorismo

(ASI)  "Il mattino dell'esecuzione cantavano: Viva i ribelli!. Cantavano lungo la via che li portava al patibolo. (...) Non ho mai pensato che fosse un deterrente. Non hanno paura di morire, come può essere un deterrente. (...)

Onestamente penso che con centinaia di esecuzioni che ho fatto, non ho mai fermato nemmeno un assassino."

ALBERT PIERREPOINT, l’ultimo boia britannico, parla dell’impiccagione di due terroristi dell’IRA nel video Quando lo Stato uccide di Amnesty International.

 Durante il Mandato Britannico in Palestina parecchi membri dell'organizzazione estremistica ebraica Irgun furono condannati a morte e “giustiziati” per reati di terrorismo. Successivamente il loro capo Menachem Begin (che poi fu anche Primo Ministro di Israele) ebbe a dire che il suo gruppo era stato "galvanizzato" dalle esecuzioni, perché per ritorsione impiccò alcuni soldati inglesi prigionieri.

"Non eravate voi a condannare a morte i nostri, voi condannavate un sacco della vostra gente, ed eravamo noi a decidere quanti"

AMNESTY INTERNATIONAL, ACT 51/07/89, When the States Kills, p19

"Coloro i quali realmente pensano che la reintroduzione della pena capitale metterà fine o ridurrà il numero di atti terroristici sono o estremamente ingenui o vittime di una illusione" 

FATTAH EZZAR A. "Il dibattito in corso sulla pena di morte come deterrente"   in: AAVV La pena di morte nel mondo. Casale Monferrato, Marietti, 1983 p 207

"Si sostiene che solo eliminando fisicamente il colpevole di terrorismo si può evitare il rischio che i suoi compagni commettano ulteriori atti di terrorismo allo scopo di imporre col ricatto alle autorità di rilasciarlo. (...) Anzitutto, a meno che si passi all'esecuzione dei terroristi sospetti nel momento in cui sono catturati (...), le procedure legali forniranno tempo in abbondanza per mettere in atto le azioni terroristiche. (...) gli stadi finali del processo costituirebbero un invito ad altri atti terroristici; un'esecuzione capitale sarebbe senza dubbio seguita dal taglione. In secondo luogo, un'applicazione consistente della proposta significherebbe che sarebbero soggetti all'esecuzione tutti i terroristi condannati la cui detenzione potrebbe essere motivo di atti di terrorismo da parte dei loro compagni, (...) si porterebbero all'esecuzione capitale delle persone non per un delitto da loro commesso, ma per altri delitti che altri potrebbero commettere."

KORFF DOUWE  "La pena di morte e il terrorismo" in: AAVV  La pena di  morte nel mondo.  Casale Monferrato, Marietti, 1983, p 228

 Dott. Claudio Giusti

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