Scioperi e disordini, un Paese allo sbando

(ASI) Solo qualche settimana fa ho scritto che il Paese era pronto a ribellarsi a tutti i soprusi che si stavano verificando nei confronti di tutti i cittadini, con un crescendo preoccupante. Non ero un visionario.

Mi rendevo conto che il mio disagio, la mia rabbia, la mia indignazione erano i sentimenti condivisi dalla stragrande maggioranza degli italiani, mentre la classe politica, cieca e sorda, guardava ( e purtroppo continua a guardare) altrove, con diversivi e cortine fumogene come la spending review, il Job Act, il patto del Nazareno, la riforma della giustizia, la legge elettorale, il prossimo presidente della Repubblica, ignorando gli appelli, anzi le grida disperate, per una maggiore equità e ad un maggiore senso di responsabilità, mentre le imposte aumentano, le aziende chiudono, la disoccupazione sale, la disperazione esaspera gli animi ed il debito pubblico aumenta vertiginosamente.  Niente.

Il Corriere della Sera di ieri, sabato, è ancora una volta impietoso nel demolire, nell’articolo di fondo, la famosa e contestatissima legge di stabilità, già da me criticata e chiamata appunto di instabilità. Poi in seconda pagina, fa un resoconto inquietante della situazione con il titolo “migliaia di manifestanti in 25 città, fumogeni e uova contro il ministro del Tesoro” ma, poi - mi chiedo -  dov’è questo tesoro? Perché non cambiamo il nome: ministro del debito, almeno sarebbe l’unica cosa vera. Inutili anche gli appelli della Chiesa che, ancora una volta, con il cardinale Bagnasco, implora :” La politica ascolti il disagio” Niente.

Non ero visionario nemmeno quando rilevavo (pressoché solo e appena qualche settimana fa) che erano illegittime, dal punto di vista costituzionale, tutte quelle imposte sulla casa (Imu, tasi, tarsu, irpef, ecc) vere e proprie patrimoniali, maldestramente camuffate. Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia entra più nel dettaglio: “Renzi, con la Local tax, rischia di portare la tassazione casa a 40 miliardi di euro, dagli 11 di Berlusconi. Patrimoniale inaccettabile!”.  Anche il Corriere ha scritto che si tratta di patrimoniali. E come se non bastasse adesso il solito prestigiatore ha messo in movimento una gigantesca macchina burocratica per adeguare le rendite catastali delle abitazioni al valore di mercato. Evidentemente non ha ancora capito ( ma tutti i geni dell’economia che ha chiamato a palazzo Chigi non gli spiegano nulla?) che ha già distrutto il mercato immobiliare ed il valore delle abitazioni (così come di qualsiasi altro bene), senza acquirenti, è uguale a zero.   

Giovedì mattina nella trasmissione Rai “Radio anch’io” sul patto del Nazareno, le telefonate degli ascoltatori, indignati e furibondi, dicevano che quegli argomenti non interessavano nessuno, i principali problemi riguardano l’economia, la crescita, la disoccupazione.

A questo punto, lo so che è sgradevole, ma devo ancora una volta ripetere quello che ho già scritto: Matteo Renzi, il prestigiatore di Rignano sull’Arno, sempre più arrogante e sempre più presuntuoso, è ( politicamente) incapace di fare il presidente del Consiglio. I suoi giochi non riescono più, la gente comincia finalmente a capire che si tratta di un bluff, un clamoroso bluff. Ed è un guaio, certo che è un guaio, non per lui, naturalmente, per il Paese che ha puntato e sperato molto sull’ex sindaco di Firenze. Sottoscritto compreso. Ma i fatti stanno a dimostrare il fallimento. Lo devono ammettere anche i sondaggisti, seppure con la solita, sospetta prudenza. Oggi, sempre sul Corriere, Nando Pagnoncelli, conferma un arretramento del Pd del 2,5 %, che così è passato dal 40,8 % delle Europee al 38,3 %. A pensarci bene anche quella percentuale era vistosamente taroccata perché non era andato a votare il 41,3 % e il 3,1 %,di quelli che si erano recati alle urne, aveva comunque deciso per il non voto, con la scheda bianca o nulla. Da qui si deduce con estrema chiarezza, al di là degli entusiasmi esagerati di Renzi e compagni che ci hanno ossessionato in tutti questi mesi, che anche in primavera il successo elettorale non era stato poi così eclatante come hanno sempre voluto far credere, perché in pratica, e senza nessun avversario di peso a contrastarlo, Renzi con il suo ( nel senso più lato possibile) Pd, ha preso il 22, 68 %  che non è altro che il 40,8% del 55,6 % di chi ha scelto di votare. Ma oggi le cose sono cambiate, più di quello che dicono i sondaggi che comunque riconoscono che, in questo momento, solo un elettore su cinque (forse) voterebbe Pd. Questo nonostante tutte quelle sceneggiate televisive, e tutti quelli che difendono l’operato del Governo, Perché la realtà non è quella rappresentata dalla televisione, purtroppo è diversa ed è molto più grave. La gente fa i conti con il proprio portafogli che è sempre più povero, mentre le imposte aumentano sempre di più. Per chi ha voglia, c’è una pagina, sempre sul Corriere, dove sono evidenziati gli aumenti già fatti o che faranno nei prossimi giorni i comuni e le regioni per il mancato trasferimento delle risorse da parte dello Stato. Ci dovevano essere i tagli agli sprechi, ci saranno ulteriori tagli alla busta paga. E non è finita. In questo delirio di sciocchezze, a dimostrazione di una totale incapacità dei bolscevichi a guidare il Paese, si sente Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, chiedere al Governo (tanto il Parlamento ormai non conta più nulla) una nuova patrimoniale. Poveretta, ancora non ha capito che la stragrande maggioranza delle imposte, come detto sopra, sono già delle patrimoniali e le pagano solo i ceti medi e i pensionati, ormai ridotti alla fame. Gli stessi che mantengono anche la Cgil. I patrimoni dei ricchi, quelli veri, sono al sicuro, mimetizzati tra società vere e presunte. Che disastro!     

Fortunato Vinci - Agenzia Stampa Italia

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