(ASI) Ancora oggi siamo di fronte ad ospedali non adeguatamente preparati alla ricezione dei pazienti che presenta i sintomi del virus Ebola.
E’ noto che ci sia ancora oggi personale non addestrato in modo adeguato poiché solo da poco sono stati attuati minicorsi di formazione adeguati comprensivi di teoria, e soprattutto di una pratica di addestramento nell’utilizzo fondamentale dei DPI (mezzi di protezione) Un deficit dei corsi di addestramento evidenzia ciò che è avvenuto alla collega infermiera spagnola ovvero una maggiore facilità di contagio e rischi correlati per le persone a lei vicine. Parallelamente assistiamo a uno strano utilizzo di percorsi alternativi sia per la prevenzione sia per il monitoraggio utilizzati per ridurre il contatto tra personale sanitario (e non) e l’utente sospetto portatore di Ebola. Questa riorganizzazione dei percorsi indicati per questi tipi di malati nei pronto Soccorso, sarebbe nella gran parte dei casi, ancora non attuato in modo adeguato. L’episodio che ha coinvolto gli operatori dello Spallanzani tornati a lavoro dopo meno di 24 ore dal ritorno da paesi a rischio da una missione umanitaria è un caso significativo su come, a volte, esistono diversi trattamenti riguardo alla prevenzione della malattia e su come siano le direttive ministeriali.
Redazione Agenzia Stampa Italia