(ASI) Continuano le proteste da parte del Pdl dopo la decisione del Gip di Milano di procedere con la formula del rito abbreviato, nei confronti del Premier Berlusconi accusato di concussione e prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta Ruby.
Il portavoce Daniele Capezzone difende il Premier affermando in una nota: "Forse qualcuno non l’ha ancora compreso, o mostra di non comprenderlo. Ma la difesa di Silvio Berlusconi coincide con la difesa di quel tanto di democrazia che tuttora vive in Italia. In questa storia si intrecciano principi irrinunciabili: la liberta’ personale di ciascuno; il diritto a non essere spiati, schedati e intercettati a casa propria o al telefono; il fatto che a scegliere i governi debbano essere i cittadini nelle urne e non qualche salotto, qualche editore e qualche magistrato. Nelle prossime settimane si giochera’ una partita delicatissima: i cittadini lo hanno ben chiaro, e non si faranno imbrogliare dalla propaganda giustizialista e dai moralisti a gettone o a tassametro".
Il ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, commentando la decisione di rinvio a giudizio del premier Silvio Berlusconi non si lascia sfuggire l'occasione di polemizzare a riguardo dichiarando:" "Il 6 aprile non va a processo il premier o il suo governo, ma la nostra democrazia. Fingere di non vederlo, o addirittura bearsene, non aiutera’ l’Italia a liberarsi del "tiranno Berlusconi", ma la avvicinera’ piuttosto al rischio di un regime impermeabile a qualunque volonta’ popolare. Mi conforta la sensazione che la gente comune se ne renda conto molto piu’ di chi in queste ore sta festeggiando la furia ideologica che ha messo alcuni esponenti di un’istituzione sacra come la magistratura al servizio alla lotta politica"