(ASI) Roma - La VIA postuma introdotta dal Dl 91 ha salvato gli impianti a biogas sequestrati nelle Marche: il provvedimento è un'aberrazione linguistica e giuridica, ci sarà sicuramente stata contestata sicuramente in sede europea.
«Si rivela per quello che è - commenta la senatrice del M5S Paola Nugnes della Commissione Ambiente, al lavoro sugli emendamenti al decreto ribattezzato “Ambiente devastato” - la deroga costruita e disegnata su misura al fine di "coprire" con un abito improbabile l'ennesima triste storia di illegalità su appalti e autorizzazioni, l'ennesima storia di "mazzette" italiche. Sembra chiaro, oramai, alla luce di quanto sta emergendo dalle "pesanti ipotesi accusatorie" dell'indagine "Green profit" della procura di Ancona, che, dietro la faccenda delle centrali a biogas marchigiane costruite senza VIA, non ci sarebbe solo sciatteria e disattenzione ma l’ennesima storia di corruzione e costruzione di norme e codicilli per consentire alle società amiche di realizzare sette centrali a biogas senza sottoporle a Valutazione di impatto ambientale. Il Dicastero del Ministro Galletti dice naturalmente di non saperne nulla. Ma noi vogliamo sperare che sappia rimediare stralciando dal decreto all'art.15 il comma 4 ( che prevede appunto la Via Postuma)».