(ASI) Roma - Fine 2013 erano 6.300 i dipendenti della sanità pubblica del Lazio impiegati part-time o in aspettativa per il "minore aggravio" previsto dalla legge 104/1992 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate) lo dichiara in una nota il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato.
Una situazione che spiega bene le difficoltà dei reparti del Lazio a far fronte alle richieste dei pazienti.
Ci chiediamo la Lorenzin cosa stia facendo per il Lazio,siamo in un bagno di sangue continua il leader di AssoTutela.
I dati raccolti della Regione dicono che sono 964 i medici (il 10% di quelli in servizio nel 2012), 71 i dirigenti non medici (il 4% di quelli in servizio nel 2012) e 5.251 operatori non dirigenti (il 13% di quelli in servizio nel 2012) gli operatori della sanità che lavorano a tempo parziale avvalendosi del principio del minor aggravio. Più nel dettaglio ripartendo i medici che hanno prescrizioni o limitazioni sono 767 (7,2%), mentre quelli in aspettativa 197 (1,8%), i dirigenti non medici con prescrizioni 37 (1,9%) e quelli in aspettativa 34 (1,8%) e il personale non dirigente con prescrizioni 4.222 (10,9%) mentre quello in aspettativa 1.029 (il 2,7%). Vista la gravita' sarebbe il caso di valutare nuovamente questi casi,conclude Maritato, perché pur volendo pensare che tutti siano effettivamente reali resta difficile giustificare casistiche con incidenze così elevate come l'Asl Roma G e l'Ao San Camillo Forlanini (che nel complesso è l'azienda con la maggior percentuale di personale con la legge 104: il 26,3%).
Redazione Agenzia Stampa Italia