(ASI) Sono state tante le repliche del Partito Democratico dopo la proposta lanciata ieri dal Premier Berlusconi, a Pierluigi Bersani circa un piano bipartisan per sanare l'economia del Paese.
Prima fra tutti a parlare è stata Rosi Bindi, che in una nota rilasciata dal Pd fa sapere: "Berlusconi si sente già in campagna elettorale. La nota di ieri è un volantino di propaganda a futura memoria. Il disperato tentativo di mostrare un governo che fa o più semplicemente propone di fare qualcosa dopo mesi passati a insultare avversari ed ex alleati e a mettere le istituzioni del paese di gravissimo imbarazzo anziché affrontare i problemi del paese. Ma proprio l'inerzia sul fronte dell’economia e delle politiche sociali dimostra tutta la strumentalità di questa nuova proposta, l'affanno di uscire dall'angolo di un fallimento totale. Non ci sono garanzie di serietà - continua- il presidente del Consiglio non è mai stato un interlocutore credibile. La sferzata all'economia si sarebbe potuta e dovuta imprimere molto tempo fa; il federalismo fiscale è ancora una scatola vuota che rischia di provocare un nuovo balzo della pressione fiscale, le liberalizzazioni sono una cosa seria che si possono fare nel rispetto della Costituzione e senza smantellare, come vorrebbe Tremonti, i principi di economia sociale e responsabile della Carta. Il premier ha solo un modo per rifarsi la faccia: riconosca la propria inadeguatezza alle sfide del governo del paese e se ne vada".
Anche l'on Cesare Damiano non si è lasciato sfuggire l'occasione di controbattere alla proposta del Premier dichiarando " Dopo oltre due anni, durante i quali l’unica misura del governo è stata negare o minimizzare la crisi economica, oggi Berlusconi si sveglia e rende improvvisamente conto della necessità di affrontare il problema della crescita. Si tratta, francamente, di una proposta un po’ troppo tardiva per essere presa sul serio. Fino a qualche mese fa il Cavaliere poteva disporre di una maggioranza tale da poter procedere a qualunque riforma economica avesse voluto. Per quale motivo- aggiuge Damiano- si riduce solo oggi, che ha una manciata di voti di vantaggio, a preoccuparsi dei problemi che affliggono l’economia? Quello del Cavaliere non è che il tentativo di uscire dall’angolo un po’ parlando d’altro per distogliere l’attenzione dal caso Ruby, un po’ per dare l’impressione di occuparsi del Paese, un po’ per preparare un’eventuale campagna elettorale. Oltre che poco credibile- conclude- l’odierna proposta di Berlusconi è insomma strumentale. L’unica misura economica davvero efficace per l’Italia che il premier può adottare è dimettersi. A quel punto il Partito Democratico potrà, assieme alle forze politiche responsabili, mettere in campo la ricetta davvero necessaria per risollevare il Paese.