I pretesti farraginosi – che peraltro non erano emersi nella Commissione Affari Costituzionali lo scorso 20 marzo in occasione del parere reso sul testo – hanno il naso lungo. La Corte Costituzionale ha sempre sostenuto che la legge penale può contenere anche formule elastiche, purché chiare, il cui contenuto si rifà all’esperienza comune.
E’ singolare che chi – come l’onorevole Brunetta – fa parte di un partito che ha definito la magistratura ‘un cancro della democrazia’, o colpevole di vari ‘colpi di Stato’, oggi citi, chiaramente a fini strumentali, osservazioni di alcuni sostituti procuratori che sono sempre preziose, ma che non possono fornire un alibi alla politica per non decidere.
Si tranquillizzi l’onorevole Brunetta: il PD ha le idee chiarissime e sta dalla parte dei cittadini, dalla parte delle vittime delle cosche, di don Ciotti e di Libera, dei magistrati in prima linea e dei prefetti coraggiosi che firmano gli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni mafiose.
Dobbiamo uscire da quella pericolosa palude di complicità, opacità e di silenzio che tante ferite ha inferto al nostro Paese, rischiando di privarlo di ogni futuro.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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