"Non esiste ancora una mappatura ufficiale. Nessun dato è pervenuto ad esempio da Calabria e Sicilia – ha detto nel suo intervento Alberto Zolezzi, deputato M5S e membro della commissione Ambiente della Camera – Il piano nazionale esistente, che tra l’altro le regioni hanno già bocciato, in molte parti va riscritto. Non affronta ad esempio il dramma dellosmaltimento. Non possiamo continuare a inviare camion pieni di amianto dalla Calabria alla Germania. Servono soluzioni concrete e sicure e soprattutto assicurare la filiera corta. Molti di quei camion neanche arrivano adestinazione. Poi troviamo le spiagge piene di amianto".
Il M5S ha ben chiaro quale sia la migliore strada per poter agire e affrontare questo dramma sociale, nelle sedi istituzionali. Riscrivere il piano nazionale, e affrontare l’atavico problema degli smaltimenti. "Nel piano non si menzionano le discariche, ma la Germania presto chiuderà le porte e non potremo più inviare l’amianto lì. Come faremo? Servono discariche certificate, si potrebbero utilizzare gallerie dismesse e non certo le cave, come qualcuno ipotizza, e che potrebbero essere pericolose anche per le falde acquifere; va stimolata la ricerca sull’inertizzazione e valutare se sia già possibile partire in Italia con questa tecnologia per l’amianto friabile (il più pericoloso)". Bisogna procedere con la mappatura, anche delle reti idriche, che sono imbottite di amianto, e ripotenziare i registri mesoteliomi che stanno lavorando ormai su base volontaristica, perché sono spariti i fondi e il personale.
"Un mio ordine del giorno è stato accolto nel progetto di legge approvato alla Camera e ora in esame al Senato sui nuovi reati ambientali – conclude Alberto Zolezzi –. Vogliamo che sia introdotto il reato di frode ambientale, per punire chi ad esempio sfrutta i fondi statali per smaltire materiali che sulla carta dovrebbero contenere amianto ma che in realtà non lo contengono, chi falsifica i monitoraggi ambientali".
Redazione Agenzia Stampa Italia
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