(ASI) "Se anche fosse vero cio’ che gli inquirenti milanesi hanno tenuto a far trapelare, ovvero che nel corso dell’inchiesta ci si sarebbe ’limitati’ a verificare i tabulati delle singole persone e non a controllare la cella telefonica di Arcore, in termini sostanziali cambia ben poco".
Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vice presidente dei senatori del Pdl. "Si puo’ infatti ricorrere a tutti gli artifici e a tutti i sofismi che si vuole, ma la questione non si sposta di una virgola: servirsi di ’pedinamenti telematici’ a tappeto attraverso i tabulati telefonici per ricostruire gli elenchi di ospiti presso l’abitazione del presidente del Consiglio, che e’ anche un parlamentare, viola qualsiasi principio di democrazia sostanziale e mina alle fondamenta le garanzie costituzionali. In questi ultimi mesi i giornali sono stati inondati di intercettazioni di parlamentari spacciate per ’casuali’, al punto che la stessa Corte costituzionale, che pure in passato aveva indebolito la legge a tutela dei rappresentanti del popolo, ha dovuto pronunciarsi con vigore a fronte di sistematici abusi. Tale richiamo ha trovato evidentemente sordi i pm della Procura di Milano, ed e’ singolare che quanti si riempiono quotidianamente la bocca con il rispetto della Costituzione, della Corte costituzionale e delle istituzioni di garanzia questa volta non abbiano nulla da ridire".