Lo studente, affetto da “autismo non verbale”, quindi incapace di comunicare verbalmente, ha discusso la sua tesi su 'inclusione e ben – essere' con l’ausilio della tastiera di un computer a “scrittura facilitata”. La gioia dei genitori è indicibili, al punto di aver sottolineato come la laurea sia '”un punto di arrivo e allo stesso tempo di punto di partenza nella battaglia per l'inclusione, perché su questi temi c'è ancora tanto da fare”.
In particolare il padre di Piercarlo ha altresì affermato come sino ai quattordici anni considerassero il figlio ritardato, cosa tutt’altro che verificata. Il giovane 33enne fa quindi da apripista ad un mondo sinora inesplorato. Prima di lui nessuno studente affetto da autismo e linguaggio molto ridotto si è mai potuto fregiare del titolo di dottore nello storico Ateneo padovano. “Pier Carlo può rispondere verbalmente a frasi brevi, non è in grado di esprimersi a voce con un linguaggio complesso - ha spiegato la correlatrice Vittoria Cristoferi Realdon - Nella sua tesi ha riportato la sua esperienze di vita all'interno della scuola, dell'università e all'esterno. Ha testimoniato quanto è difficile uscire dal pregiudizio che c'è nei confronti dell'autismo“.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia