Lo dichiara il Gruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera.
“In particolare, contestiamo cheil comma 6 richiamato nella nota di replica sancisca in modo inequivocabile la possibilità di poter mantenere il ruolo di commissario concorsuale, anche dopo nomine politiche. Anzi, la stessa norma si presta all’interpretazione opposta.
D’altronde, dall’analisi dei resoconti dei lavori della VII Commissione del Senato nel 1985, quando la norma venne introdotta, si evince la chiara volontà del legislatore di stabilire il principio dell’inconciliabilità dei ruoli.
In particolare: ‘il contemporaneosvolgimento di un mandato politico potesse creare una situazione di delicatezza e sostanzialmente di incompatibilità, in quanto non c'è dubbio che il professore che partecipa alla commissione di concorso, essendo parlamentare e magari facendo parte della Commissione, può far valere la sua presenza con un peso aggiuntivo’ (senatore Pietro Scoppola).
Confermiamo dunque il fatto cheil ministro dovrebbe chiarire quanto prima la sua posizione in Aula anche perché, al di là dei commi, consideriamo comunque politicamente inopportuno che un ministro ricopra anche la carica di commissario concorsuale.
Il peso che un ministro esercita,anche involontariamente, nel momento in cui siede all’interno di una commissione non può essere considerato ininfluente rispetto ai lavori della commissione stessa.
Ci sarebbe sembrato opportuno,per rispetto delle istituzioni, che nel momento della sua nomina a ministro Trigilia si dimettesse immediatamente da quella carica al fine di non lasciare adito ad alcun sospetto o interpretazione.
Allo stesso modo, che si trattidi Palazzo Chigi o del dicastero per la Coesione Territoriale,ci appare del tutto inopportuno che una riunione di una commissione concorsuale si svolga presso una sede governativa. Si conferma anche qui il temadell’opportunità.
E’ proprio rispetto a questiquesiti che chiediamo al ministro di venire a riferire nelle sedi competenti”.