(ASI)“C’è una sola cosa che accomuna i forconi e le sigle presenti ieri alla manifestazione di Palermo: il messaggio del Papa. Di fronte alla globalizzazione dell’ indifferenza, ad una economia che esclude e uccide, ad un denaro che governa invece di servire, il comune denominatore di tutti i partecipanti è uno solo: sollecitare una redistribuzione dei redditi in Italia, in Europa e nel mondo, per combattere la disuguaglianza economica”.
“Chi volesse denigrare questa verità - aggiunge il portavoce della Fima - avanzando pregiudizi di natura politica o presunte contese di leadership, è semplicemente dalla parte del nemico. Un nemico invisibile che il giorno di Natale è apparso criticando l’ esortazione Evangelii Gaudium di Papa Francesco, attraverso la bibbia della comunità finanziaria d’ Europa, il Financial Times.
E’ con questo spirito che la Fima ha partecipato all’ appello di Martino Morsello, leader nazionale dei Forconi, insieme a Francesco Crupi, leader dei Forconi in Sicilia e a Danilo Calvani, leader del Coordinamento 9 Dicembre che raggruppa il 99% dei presidi italiani, dichiarando apertamente che tutti i movimenti o i coordinamenti hanno un solo obiettivo: diventare le sentinelle del messaggio del Papa con la mobilitazione pacifica e non violenta e con la proposta costruttiva.
La Fima vigilerà, insieme agli altri gruppi e movimenti, affinché tale messaggio non passi inascoltato ed inviterà le istituzioni italiane ed europee, per le rispettive competenze, ad assumere con rapidità e urgenza le necessarie riforme di politica agricola, fiscale, monetaria ed economica, per un nuovo modello di sviluppo che metta al centro l’ uomo e la sua dignità.
“Questa - conclude De Bonis - è la vera rivoluzione che spetta a tutte le comunità cristiane che non vogliono rimanere con le mani in tasca a guardare, mentre il popolo soffre. Non è giusto che il fatturato della finanza globale sia dieci volte più grande dell’ economia reale! Così la finanza fagocita l’ economia, l’ economia fagocita la politica, la politica fagocita i sindacati e il popolo non lo tutela nessuno, se non la Chiesa. I capipopolo che non hanno compreso queste cose e pensano di speculare attraverso i media sulla disperazione della gente, sono al servizio di altri interessi o di privilegi personali.”