(ASI) Dapprima l’Istat, poi l’Inps, poi il Censis confermano una situazione allarmante che denunciamo da anni. Dalla contrazione dei consumi alla caduta del potere di acquisto, al grave andamento del sistema economico in generale.
(ASI) Dapprima l’Istat, poi l’Inps, poi il Censis confermano una situazione allarmante che denunciamo da anni. Dalla contrazione dei consumi alla caduta del potere di acquisto, al grave andamento del sistema economico in generale.
Tutte questioni fondamentali che richiedono un intervento immediato e deciso del Governo, attraverso manovre, anche di carattere eccezionale, che abbiano come parametri fondamentali: gli investimenti da un lato e l’alleggerimento della pressione fiscale, dall’altro.
Per quanto riguarda gli investimenti bisogna agire con responsabilità e coraggio, individuando le risorse necessarie al rilancio economico attraverso tagli agli sprechi, agli abusi ed ai privilegi, nonché mettendo in campo una quota (almeno il 10-15%) delle riserve auree.
Inoltre, sul fronte fiscale, è indispensabile chiarire, una volta per tutte, l’assetto della tassazione. Le recenti e ripetute modifiche di vecchi e nuovi tributi hanno generato grande confusione e incertezza nelle famiglie, con gravi ricadute anche sul piano economico, dal momento che queste ultime non sono più in grado di programmare i propri consumi.
È necessario agire per una congrua diminuzione della pressione fiscale, che ha raggiunto ormai un livello insostenibile, specialmente per i lavoratori a reddito fisso.
Non dimentichiamo inoltre che, se si mantiene al 22% l’aliquota IVA ordinaria, la pressione fiscale aumenterà in termini annui, solo a causa di tale voce, (tenendo conto anche degli arrotondamenti), fino a 335 Euro per una famiglia di 3 persone.
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