(ASI)Tra meno di un mese l’Italia dovrà recepire la direttiva 2011/24/UE, che garantisce il diritto dei pazienti all’assistenza transfrontaliera in Europa e facilita la mobilità dei cittadini nell’accesso ai servizi sanitari degli Stati membri.
Vista l’imminente scadenza, il Governo, che dovrà predisporre il decreto legge ad hoc nei tempi previsti, auspichiamo che avvii un confronto di merito anche con le associazioni e le organizzazioni che rappresentano i cittadini e i pazienti.
Infatti è necessario rispondere alle problematiche poste dalla direttiva:
Avviare una capillare campagna di informazione, che valorizzi in primo luogo i poli di eccellenza presenti nel nostro Paese e migliorare significativamente la qualità dei servizi: non è accettabile che i cittadini italiani scelgano di curarsi all’estero per evitare liste di attesa troppo lunghe, per non dover affrontare complicazioni burocratiche o semplicemente perché non sono a conoscenza dei servizi di qualità di cui potrebbero usufruire in Italia;
Facilitare la mobilità, regolamentando costi (che non gravino sul malato) e rimborsi, semplificare i percorsi per la prescrizione dei farmaci e delle terapie innovative e prevedendo procedure specifiche per il risarcimento danni;
Evitare la nascita di un ‘turismo della salute’ riservato a chi ha la disponibilità economica per poter partire: un fenomeno di questo tipo discriminerebbe i cittadini meno abbienti e penalizzerebbe le amministrazioni;
Definire per tempo le modalità per l’autorizzazione, predisporre le possibilità di ricorso e stabilire i tempi massimi di decisione;
Il recepimento della direttiva rappresenta un’occasione importantissima per riqualificare il Servizio Sanitario Nazionale e per ricostruire la fiducia dei cittadini nella qualità della sanità pubbl
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