Ma per chi è andato in pensione con il più generoso sistema retributivo, il proprio assegno non è legato ai contributi versati, ma solo al livello delle ultime retribuzioni. Questo meccanismo del vecchio sistema pensionistico ha creato la follia delle pensioni d’oro e la vergogna di una Nazione, forse unico caso al mondo e nella storia, che ha stabilito per legge di togliere ai figli per concedere ai padri più del dovuto».
«E proprio in nome della giustizia tra le generazioni, Fratelli d’Italia non si accontenta del contributo di solidarietà e pretende, con la proposta di legge che domani approda in Commissione Lavoro di Montecitorio, la revoca delle pensioni d’oro non figlie di effettivi contributi versati. La nostra proposta è semplice: per tutte le pensioni che eccedono 10 volte la pensione minima, per la parte eccedente il tetto si procede al calcolo dei contributi versati. I pensionati comuni, quelli che non prendono una pensione superiore a 5000 euro al mese, non saranno toccati da questo provvedimento.
Ma per gli altri, per i super pensionati, se l’assegno pensionistico non corrisponde ai contributi versati, se è figlio di leggi generose o furbizie o sotterfugi, allora la parte eccedente la soglia di 10 volte la pensione minima viene revocata e destinata alle pensioni sociali e di invalidità. Nessun esproprio. Ad ognuno il suo. Chiarito l’equivoco, sono certa che Brunetta, grande sostenitore del merito e acerrimo nemico dei privilegi e delle rendite di posizione, sarà con il suo gruppo al nostro fianco in questa battaglia di civiltà e di giustizia», aggiunge il capogruppo alla Camera di FdI.