(ASI)Una morte improvvisa ed assurda. Improvvisa, perché giunta in un momento inaspettato, proprio quando ella si stava recando alle celebrazioni del settantesimo anniversario del martirio della sorella Norma.
Assurda, se pensiamo al giorno che il destino ha scelto per il suo decesso: il 5 ottobre, data presunta (ancora è difficile identificare se il 4 o il 5 ottobre) del barbaro assassinio della sorella. Era in macchina, a Latisana. Un malore fulminante, la stronca. Licia, un coraggio da leonessa, in tutti i tempi. Portava con sé da sempre la fine orribile della sorella. Era testimone non solo del martirio di una povera studentessa istriana all’Università di Padova di 70 anni fa, ma dello struggimento e della sofferenza della Venezia Giulia intera. Sempre si è adoperata affinché si conoscesse la verità. E non solo quella relativa alla foiba di Villa Surani, bensì quella dell’esodo intero, della trasmigrazione e del dissolvimento di un popolo radicato nella sua terra, da millenni.
Il 22 dicembre 2005 il Presidente della Repubblica in carica Carlo Azeglio Ciampi conferiva la Medaglia d’Oro al Valor Civile alla sorella Norma. Probabilmente, per Licia, sarà stato il giorno più bello, dopo decenni di dolore. Un riconoscimento che è arrivato, seppur così tardivo. E’ giunto anche il Giorno del Ricordo dell’Esodo Giuliano – Dalmata, dal 2004. Tardi, ma ora, possiamo ricordare.
Stava andando “al fronte” Licia. Voleva esserci per l’ultima battaglia dopo 70 anni. Era intenta a commemorare la sorella, probabilmente con uno spirito ancora più vivo. Per uno scherzo del destino, si è fermata prima. Il suo operato, di diffusione, amore e voglia di infondere la verità, non si spegnerà mai, tuttavia.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
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