Il performer teatrale, che avrebbe prestato il suo volto per le campagne di Barilla molti anni fa, con tono quasi familiare, come si rivolgesse ad un figlio, spinge il patron della storica azienda ad estendere l'orizzonte delle sue vedute, dopo le esternazioni a La Zanzara di Radio 24.
Le parole del presidente di Barilla sarebbero state interpretate da diversi utenti del web come un attacco all'ambiente degli omosessuali. Insomma, in sintesi omofobia. E non a caso su Twitter è comparso l'argomento #boicottabarilla, vera campagna multimediale di boicottaggio per un' opinione, in fondo, liberamente espressa via etere.
Mentre alcune marche concorrenti si prodigano a manifestare l'eterogeneità del proprio pensiero in materia sessuale, la società di Parma subisce un linciaggio mediatico senza paragoni.
Quella di Dario Fo è stata, al momento, l'iniziativa di protesta di maggiore rilievo. Malgrado il tono rassicurante usato nella lettera che avete appena letto, parrebbe che il fine sia quello di mistificare una realtà fondata sul legittimo esercizio da parte di Guido Barilla del diritto espresso dall'articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa e di opinione o, per gli anglofili, dal Primo emendamento della Costituzione USA. Diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero del quale la famiglia Fo ha ampiamente goduto: ricorderete il caso del Rogo di Primavalle, delle tesi di complotto interno al MSI e della difesa ad oltranza di Franca Rame di Achille Lollo latitante per 25 anni dopo una condanna a 18 per omicidio preterintenzionale in merito ai fatti di Primavalle.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia