(ASI) Marco Perduca, senatore radicale nella precedente legislatura, interviene su Tempi.it a proposito del decreto del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, a proposito delle carceri.
«Se il decreto fosse nei termini riferiti da Cancellieri - avverte Perduca - non si capisce quali siano le differenze coi decreti Alfano e Severino adottati negli ultimi anni. Meraviglia che ci siano giornalisti che nell’intervistare un ministro non conoscano l’operato dei suoi predecessori. Il decreto Alfano prevedeva di passare ai domiciliari quando mancavano 12 mesi alla fine della pena, quello Severino ampliò il permesso a 18 mesi, solo che nessuno ebbe il coraggio di parlare di automatismi né di coinvolgere i servizi sociali dei comuni. Quindi le lentezze – e scelte – burocratiche dei magistrati e la mancanza di domicilio certo e sicuro per molti detenuti, specie se extracomunitari, hanno vanificato anche quella minima deflazione che avrebbe potuto beneficiare, sulla carta, 15-17mila detenuti».
Sul tema carceri, l'esponente radicale propone: «Il presidente della Repubblica dovrebbe assumersi la responsabilità di inviare un messaggio alle Camere in materia di amministrazione della giustizia, solo così sarebbe conseguente al grido di dolore lanciato al convegno del Partito Radicale al Senato a cui ha partecipato ormai due estati fa. È una prerogativa costituzionale di Napolitano, di quella stessa Costituzione che è violata quotidianamente dall’irragionevole durata dei processi e dai trattamenti inumani e degradanti cui sono sottoposti i detenuti ristretti nelle condizioni denunciate quotidianamente dalla Corte europea dei diritti umani».
«Alcuni parlamentari - ha poi ricordato Perduca - come i senatori Manconi (Pd) e Compagna (Pdl) e il deputato Gozi (Pd) hanno presentato dei disegni di legge sull’amnistia. Spero che la ministra li voglia studiare per poi fare sapere come la pensa in materia, poi il Parlamento si assumerà le proprie responsabilità».
Redazione Agenzia Stampa Italia