Uno scenario sconfortante, al quale contribuiscono da un lato la forte riduzione dei fondi stanziati annualmente dal Ministero, dall’altro la vera e propria giungla di competenze sotto cui ricadono le diverse aree del monumento settecentesco, dichiarato dall’UNESCO nel 1997 Patrimonio dell’Umanità. La Reggia di Caserta è solo l’ennesimo caso di abbandono ed incuria.
Altro esempio eclatante è quello di Pompei, dove dal 2010 si susseguono crolli e cedimenti, sintomo della cattiva gestione delle amministrazioni locali e del Governo.
Per trovare ulteriori esempi e segnalazioni basta fare qualche ricerca su internet e sui social network, dove dilagano gruppi e comunità che quotidianamente segnalano il degrado, la deturpazione e l’incuria in cui versano monumenti e siti archeologici.
“La mancata tutela del patrimonio culturale del nostro Paese è una responsabilità gravissima, che infligge danni incalcolabili anche dal punto di vista economico.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.
Tornare ad investire su questo settore non significa solo preservare un patrimonio inestimabile che il mondo intero ci invidia, ma rappresenta anche un’opportunità vitale per la ripresa e l’occupazione, soprattutto giovanile.
Una seria opera di riqualificazione e messa in sicurezza dei principali monumenti e siti archeologici darebbe un nuovo slancio al settore turistico, potando importanti benefici e contribuendo in maniera determinante al rilancio economico del Paese.
Redazione Agenzia Stampa Italia