Così dichiara in una nota Sandro Favi, responsabile carceri per il Pd che aggiunge: "Allo scadere di quel termine, non solo verrà riconosciuto alle persone ristrette il diritto al risarcimento per la lesione dei loro diritti fondamentali, ma avremmo il nostro Paese fuori dalla Unione europea nei campi fondamentali della giustizia e dei diritti dell’uomo, quelli dell’ispirazione più autentica della costruzione comunitaria. Per un Paese fondatore come l’Italia- continua- sarebbe un’onta storica, ben più grave di qualsiasi altra infrazione di politica monetaria, economica o di mercato. Il problema delle carceri va affrontato in maniera globale e non potrà essere frutto di un provvedimento singolo. Le questioni da affrontare sono note: eccesso di ricorso alla custodia cautelare rispetto agli standard europei; carente ricorso alle misure alternative alla detenzione, sia in sede di giudizio che durante l’esecuzione della pena detentiva; trattamento terapeutico dei tossicodipendenti autori di reato fuori dal carcere; revoca degli inasprimenti di pena e del trattamento penitenziario per i condannati recidivi; pene dei condannati stranieri da eseguire nei paesi di origine o espulsione quale misura alternativa; depenalizazioni e decarcerizzazioni per i reati minori e sospensione dei procedimenti penali con messa alla prova degli autori di reato primari. Il Pd ha già depositato ad inizio legislatura le proprie proposte. Se ne possa discutere responsabilmente, in una sessione parlamentare stringente, rinunciando ai veti opportunistici e alle logiche ostruzionistiche trasversali che hanno caratterizzato la passata legislatura. Il Ministro Annamaria Cancellieri- conclude Favi- ha il ruolo giusto ed il profilo appropriato per favorire soluzioni equilibrate ed efficaci, affinché fra 12 mesi l’Italia possa tornare a Strasburgo a testa alta e orgogliosa dei valori scritti nella Carta europea come nella Costituzione italiana”.