Alla quarta votazione e la successiva bocciatura di Romano Prodi al Quirinale, il Partito Democratico sembra spaccarsi definitivamente. “Abbiamo preso una persona, Romano Prodi, fondatore dell'Ulivo, ex presidente del Consiglio, inviato in Mali e l'abbiamo messo in queste condizioni- ha dichiarato Bersani- Non posso accettare che il mio partito stia impedendo la soluzione. Questo è troppo. Fra di noi uno su quattro ha tradito. Ci sono pulsioni a distruggere il Pd. Allo scrutinio di domani- conclude- il Pd voterà scheda bianca".
In aperto contrasto con l'esito del voto, anche Rosi Bindi ha rinunciato alla presidenza dell'Assemblea nazionale del Pd. Ad annunciarlo in una nota è lo stesso ex ministro del governo Prodi che dichiara: "Il 10 aprile ho consegnato a Pierluigi Bersani una lettera di dimissioni da presidente dell'Assemblea nazionale del Pd. Avevo lasciato a lui la valutazione sui tempi e i modi in cui rendere pubblica una decisione maturata da tempo. Ma non intendo attendere oltre. Non sono stata direttamente coinvolta nelle scelte degli ultimi mesi ne' consultata sulla gestione della fase post elettorale e non intendo percio' portare la responsabilita' della cattiva prova offerta dal Pd in questi giorni, in un momento decisivo per la vita delle Istituzioni e del Paese", conclude Bindi.
Redazione Agenzia Stampa Italia