(ASI) Irresponsabili. Ecco quello che sono i nuovi parlamentari e ancora di più lo sono i leader di tutti i partiti politici. Sono irresponsabili perché non si rendono ancora conto, nonostante le grida di allarme, a volte di autentica disperazione, lanciate in questi giorni un po’ da tutti, che siamo sul precipizio e stiamo precipitando in un burrone. Niente da fare, continuano imperterriti a pensare agli interessi personali, alle proprie ambizioni, che prevalgono, ancora una volta, come prima peggio di prima, sugli interessi del Paese e di tutti i cittadini. Bisognerebbe andare in massa, sotto i palazzi romani, e mandarli tutti a casa, a calci nel sedere. Cominciando dal perdente per antonomasia, Pierluigi Bersani, segretario del Pd, sconfitto alle elezioni, che ha voluto a tutti i costi l’incarico per formare il nuovo governo, puntando solo ed esclusivamente sull’appoggio del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che aveva già detto, un’infinità di volte, che non voleva assolutamente fare il governo con Bersani. D’altronde come si poteva pretendere un’intesa ed una collaborazione con un vecchio comunista quando tutti quelli che hanno votato Grillo ed il suo Movimento lo hanno fatto soprattutto per mandare a casa, la vecchia, vecchissima nomenclatura di cui Bersani rappresenta il più autorevole ed imbarazzante rappresentante? E così si è perso più di un mese, mentre l’economia è in affanno, le Borse precipitano, la disperazione assale le famiglie che non sanno più come far fronte ad una pressione fiscale insostenibile e alla disperazione di tanti disoccupati giovani e meno giovani. L’unico su cui possiamo ancora contare, per fortuna, è il presidente Giorgio Napolitano che sta cercando in tutti i modi (arrampicandosi anche sugli specchi) di trovare punti di incontro tra le fazioni in lotta fratricide. Ora, come abbiamo appreso in queste ultime ore, sta provando con due gruppi di lavoro, cosiddetti “saggi” di trovare punti che possano in qualche modo far confluire consensi tra le varie tribù per arrivare ad uno straccio di accordo per formare un governo decente.