(ASI)“Le stime per il 2012 e le previsioni per il 2013 e 2014 per l'Unione europea e l'euro-zona diffuse oggi dalla Commissione europea sono agghiaccianti, in particolare per il lavoro. Dopo una lunga stagione di pesantissima e cieca austerità e di svalutazione del lavoro, i risultati, per l'euro-zona non soltanto per l'Italia, sono: profonda recessione, aumento vertiginoso della disoccupazione e, inevitabilmente, aumento del debito pubblico.
Anche questa volta, come puntualmente avvenuto con ogni previsione degli ultimi 4 anni, la Commissione annuncia che la ripresa è in arrivo. Purtroppo, non è così. La linea di politica economica seguita nell'euro-zona non consente una ripresa sufficiente a riassorbire la disoccupazione neanche nel medio periodo. La linea mercantilista dei conservatori europei non funziona perché non può funzionare. A quanto deve arrivare il tasso di disoccupazione prima di riconoscere che è necessario correggere? Quanto si devono rigonfiare i populismi anti-europeisti prima di cambiare strada? Oggi, la priorità è sostenere la domanda interna europea, attraverso investimenti innovativi e redistribuzione del reddito. Per l'Italia, la previsione è ancora più grave rispetto alla media dell'euro-zona. Di fronte a tale scenario, è deprimente ascoltare il Presidente Monti proporre, come ha fatto anche oggi, la cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Riforme strutturali sono necessarie per le pubbliche amministrazioni, per la giustizia, per il fisco, per l'energia. Tuttavia, senza sostegno alla domanda la spirale recessiva sul piano economico e regressiva sul piano democratico diventa sempre più soffocante. Per riaprire una prospettiva di ripresa, il Pd propone il pagamento in 5 anni di 50 miliardi di debiti delle pubbliche amministrazioni verso le imprese; un allentamento del Patto di Stabilità Interno per avviare cantieri per 7,5 miliardi di euro; la cancellazione dell'Imu per tre quarti delle famiglie e la riduzione dell'Imu sui beni strumentali delle imprese. Un'altra Italia e un'altra Europa è possibile”.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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