(ASI) Alfredo Iorio, fondatore del movimento politico Il Popolo della Vita – Il Trifoglio, dopo le esperienze elettorali del passato in lista autonoma, torna a candidarsi alle elezioni regionali del Lazio. Se ne sono accorti i tanti cittadini attirati dai suoi manifesti, in cui campeggiano, sotto slogan accusatori, i volti di Monti e di Bersani.
Stavolta, il suo nome comparirà nella lista de La Destra, “per portare - afferma lui stesso - una testimonianza all’interno di una classe politica completamente distratta dagli affari, dalla gestione del potere e da altre cose che abbiamo letto tutti sui giornali”. Iorio promette di proseguire alla Pisana le battaglie intraprese sin dal 2005 con Il Popolo della Vita, ossia “difendere le radici cristiane della nostra società e tutelare beni naturali e valori come la vita, il lavoro, la famiglia, la giustizia sociale, la sussidiarietà, la solidarietà”. Nel maggio scorso ha contribuito a portare in strada, a Roma, 15mila persone per la seconda Marcia per la Vita.
Come nasce l’idea di questa candidatura nella lista de La Destra?
Il momento di crisi politica così evidente, in Italia, non mi ha permesso di ripercorrere la strada intrapresa alle ultime elezioni regionali. Anche perché il susseguirsi repentino degli eventi, culminati con le dimissioni della Polverini, hanno generato una confusione tale per cui non era possibile organizzare una lista di identità e testimonianza. Cosa che abbiamo sempre fatto con Il Trifoglio, Il Popolo della Vita. Abbiamo così pensato a una candidatura ne La Destra di Storace, che dovrà comunque rappresentare un punto di partenza per la costruzione di un movimento sociale. L’intento è inoltre quello di temperare certe “forme moderne di volgare estremismo”.
Cosa intende per “forme moderne di volgare estremismo”?
Intendo la volgarizzazione della politica operata da Berlusconi ma non solo, anche dai movimenti alla Grillo e dai tanti movimenti di estrema destra. Sono espressioni che non mi piacciono, poiché non hanno una linea, una programmazione. Si limitano a velleità di distruzione del sistema, il quale invece si nutre proprio dell’anti-politica per sopravvivere.
Ritengo perciò che sia importante, in questa fase storica segnata dall’idea di un mondo che crolla, dare un forte segnale di equilibrio, di stabilitas. La mia scelta di candidarmi ne La Destra, all’interno di un apparato, rende più facile l’obiettivo di condizionare politicamente la Regione Lazio.
In che modo vuole condizionare politicamente la Regione Lazio?
Affermando il concetto di Bene, che è la difesa della vita, la tutela della famiglia, la giustizia sociale. Valori della tradizione europea per i quali da sempre ci battiamo con Il Trifoglio.
Vogliamo sostenere le donne, le quali rappresentano il centro della comunità. Le donne oggi stanno perdendo il loro nobile ruolo, stanno esaurendo le loro scorte vitali. Per cui si rende necessario aiutarle a fare figli attraverso il nostro progetto che definirei così: dare credito alla vita. Progetto che ho proposto anche al Comune di Roma, ma invano. I politici di oggi, del resto, non hanno progettualità. L’unica cosa che sono riusciti a fare nelle Istituzioni è stata la Bimbo card, un mero contentino. Evidentemente sono troppo presi dai propri affari personali.
Può spiegarci in cosa consiste questo suo progetto di dare credito alla vita?
Consiste nel far sì che la Regione faccia da fondo di garanzia con le banche per le donne che rimangono incinte. Esse potranno così ricevere un finanziamento di 2mila euro, mille al concepimento e mille alla nascita del bambino. Soldi che potranno venire riscossi sin da subito, recandosi allo sportello bancario munite di un’ecografia che certifichi la gravidanza.
Un provvedimento di questo tipo avrebbe anche un forte valore simbolico. Contribuirebbe a diffondere l’idea per cui il pancione è sempre una ricchezza e mai un fastidio. Questi mille euro consentirebbero a una donna incinta di potersi pagare una visita medica, ma anche di potersi comprare un profumo o l’abbonamento a una squadra di calcio… Pensate che impulso di natalità ci sarebbe con un provvedimento del genere. È dovere della politica rassicurare una donna incinta circa il fatto che le tante piccole privazioni dovute alla gravidanza vengono ampiamente ricompensate dalla nascita di un figlio. Per questo noi vogliamo dare credito alla vita.
Quali altre priorità faranno parte del suo programma politico quando entrerà in Consiglio regionale?
La sanità, per esempio. Bisogna adoperarsi per tutelare gli ospedali. L’obiezione più comune in questo caso è: con quali soldi? Anzitutto togliendo un po’ di primariati e riducendo gli stipendi ai vari direttori generali. Dobbiamo inoltre salvare le strutture sanitarie dall’assalto di ciò che si nasconde dietro a tagli, buchi e debiti, ossia le privatizzazioni.
Posso garantire che mi rimboccherò le maniche per ripulire la politica e rassicurare una popolazione che non ha punti di riferimento. Solo noi finora, con Il Popolo della Vita, con i principi cattolici e del mondo della tradizione, abbiamo alzato una bandiera al di fuori degli schemi politici. Solo noi possiamo dunque rappresentare un punto di riferimento all’interno di quella friabile compagine che è diventata oggi la politica.
Federico Cenci – Agenzia Stampa Italia