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Speciale Elezioni. Berlusconi alla Coldiretti
(ASI)  “L’Italia che vogliamo” è il titolo della serie di incontri che la Coldiretti sta realizzando a Palazzo Rospigliosi in vista delle prossime elezioni. Ospite questa volta il Presidente del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi.

Elezioni: l'incontro della Coldiretti con Silvio Berlusconi (PDL)

​ “Questa è la nostra idea di paese e di agricoltura, l’Italia che vogliamo, un’Italia in cui crescita, sviluppo e occupazione sono compatibili con qualità della vita e sostenibilità”. E’ con queste parole che il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ha illustrato il senso del documento in dieci punti al centro del confronto con il presidente del Popolo delle Libertà, Silvio Berlusconi, di scena a Palazzo Rospigliosi per il ciclo di incontri tra i rappresentanti degli schieramenti politici e la dirigenza della più grande organizzazione d’Italia e d’Europa. “Un modello più adatto al nostro Paese, che l’agricoltura rappresenta in pieno e che, nonostante grandi difficoltà, sta fornendo un esempio di come sia possibile uscire dalla crisi tornando a fare ciò che abbiamo sempre fatto bene. Se l’export agroalimentare cresce e ha ‘doppiato’ quello delle auto, ciò rappresenta un segnale in prospettiva. In questi anni Coldiretti non ha solo evidenziato le difficoltà, ma ha anche proposto soluzioni e le ha concretizzate con iniziative come il progetto di filiera agricola tutta italiana. Un progetto, Berlusconi lo ricorderà, lanciato al primo Palalottomatica cui ha partecipato da Presidente del Consiglio. Nelle nostre campagne – ha concluso Marini - abbiamo portato serenità e qualità della vita e lo stesso sentimento appartiene oggi anche ai cittadini che frequentano il nostro mondo, i nostri mercati”.

“Il nostro primo impegno sarà abrogare l’Imu sui terreni e sui fabbricati strumentali alla vostra attività, con la restituzione di quanto versato nel 2012 - ha sottolineato Berlusconi nel presentare la parte agricola del programma elettorale del Pdl -. Poi persevereremo nella lotta alla contraffazione e daremo garanzie sull’etichettatura d’origine dei prodotti. Infine daremo un colpo forte alla burocrazia e a tutti gli oneri in materia di tasse e autorizzazioni. Per le imprese, in particolare, passeremo da un sistema di autorizzazione ex ante a uno di controllo ex post. Ciò – ha rilevato Berlusconi - darà una grande spinta alle iniziative economiche. Sapete bene quanto dovete aspettare per realizzare un fabbricato necessario alla vostra attività. Grazie anche al lavoro portato davanti dal presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo – ha puntualizzato il leader del Pdl - abbiamo già approvato la legge sull’etichettatura obbligatoria dell’origine, abbiamo alzato la percentuali di frutta nei succhi al 20 per cento, che per me è, tra l’altro, ancora troppo bassa e abbiamo messo in trasparenza la filiera dell’olio extravergine d’oliva. Sempre attraverso Russo daremo vita alle altre leggi e agli altri regolamenti che riterrete necessari. Un discorso a parte vorrei fare – ha aggiunto Berlusconi - per l’imprenditoria giovanile, poiché è già pronta una norma di legge grazie alla quale le imprese che assumono giovani disoccupati non dovranno pagare altro che lo stipendio del lavoratore, senza imposte e contributi”.

“Ma – ha continuato il presidente del Popolo delle Libertà – riprenderemo anche il braccio di ferro con l’Europa sui tagli dei finanziamenti all’agricoltura. Per me la forma principale di moralità è il mantenimento degli impegni presi con gli elettori. Considerata l’importanza del vostro settore,e delle iniziative che avete messo in campo, tra cui la rete di Campagna Amica per la quale voglio farvi i complimenti, trasformeremo in interventi diretti del Governo quelle necessità utili a voi e al Paese.

Nel parlare di agricoltura il leader nel Pdl non ha mancato di raccontare un aneddoto relativo alla sua infanzia, nel periodo della guerra. “Quanto avevo sette anni mio padre dovette fuggire per la sua attività antifascista e così andai a lavorare in campagna per mantenere la mia famiglia. Mungevo le vacche nelle colline intorno a Como e come pagamento ricevevo una calderina, un recipiente con quello che era lo yogurt di allora e una casada. Per tornare a casa passavo sempre attraverso un camposanto. Ma ho anche coltivato le patate. Avevo anche imparato a fare il burro e lo mostravo ai miei amici come se fosse una magia”.

In precedenza Berlusconi aveva denunciato il problema dell’ingovernabilità che ha limitato la sua azione in questi anni, problema le cui radici affondano nella Costituzione stessa. “Da noi il Presidente del Consiglio non può cambiare un ministro né usare lo strumento del decreto legge – ha spiegato -. Se poi si ricorre al disegno di legge, si inizia un percorso attraverso Camera e Sanato nel quale il provvedimento entra “cavallo purosague” ed esce “ippopotamo”, con un calvario di 450-600 giorni. Poi il provvedimento va al Quirinale per ravvisare eventuali profili di incostituzionalità, quindi ritorna al Parlamento ma, una volta approvato, magari non piace a un giudice di sinistra che lo porta davanti alla Corte Costituzionale, anch’essa a maggioranza di sinistra, che lo abroga. Se non si cambia la Costituzione sull’architettura decisionale, non si danno al governo gli stessi poteri delle altre democrazie occidentali, l’Italia resterà un paese ingovernabile. L’invito che faccio agli italiani è di imparare a votare, scegliendo i partiti maggiori”.

Sulle imminenti elezioni Berlusconi si è detto ottimista, attaccando Grillo (“l’80 per cento dei suoi candidati è di sinistra, non aperti a collaborazione con le forze democratiche”) e Monti (“la sua accondiscendenza verso la Merkel ha portato i tedeschi a pensare che l’Italia sia una loro colonia”) e Giannino, accusando questi ultimi di sottrarre voti ai moderati, favorendo una sinistra che non rappresenta oltre un terzo degli elettori. Il leader del Pdl ha poi ricostruito le vicende che hanno portato alla caduta del suo governo. “Nella primavera del 2011 la Germania ha dato input alle sue banche di vendere su mercati secondari tutti i titoli di Italia, Spagna e Grecia detenuti, causando un “effetto gregge” tra i varie fondi internazionali, che hanno messo anche loro i titoli sul mercato. Così l’offerta ha superato la domanda, rimasta stabile e il valore si è abbassato, con gli interessi balzati dal 4,3 al 6 per cento. Un fenomeno assolutamente indifferente all’andamento dell’economia e dell’operato del Governo, ma opposizione, giornali e il tradimento di Fini ci hanno costretto alla fine a lasciare al governo dei tecnici, con un atto di responsabilità verso il Paese. Pensavamo che una maggioranza così sarebbe stata capace di quelle modifiche della costituzione indispensabili per arrivare a piena governabilità del paese. E, invece, il primo atto è stato un decreto con l’imposta su casa, terreni e fabbricati. Ciò, aiutato anche dal fattore psicologico, ha portato a un calo dei consumi e all’impoverimento delle famiglie, mentre è crollato il mercato edilizio con un meno 30 per cento delle vendite e la perdita di oltre 500mila posti di lavoro. E oggi abbiamo 3,5 mln di poveri, 8 mln di persone a rischio povertà, 3 mln di disoccupati, e un debito di oltre 3mila miliardi, con il Pil in discesa”.

La soluzione, secondo Berlusconi, è”cambiare politica: da rigore a crescita e sviluppo, in Italia come in tutta Europa. Applichiamo quella ricetta liberale che riduce le tasse su imprese, famiglie e lavoro, facendo ripartire i consumi, aumentando la produzione e creando più posti di lavoro, aumentando così le entrate nelle casse dello Stato”. Lo Stato deve tornare “amico e non ostile ai cittadini. In questo periodo hanno chiuso mille aziende al giorno, anche perché lo Stato non ha pagato o lo ha fatto in ritardo, mentre sono aumentati i crediti in sofferenza e il sistema bancario ha stretto i cordoni della borsa sul credito ad aziende e famiglie. Il tutto mentre Equitalia ha portato avanti una vera e propria estorsione fiscale, complice anche lo strumento del redditometro, sul quale sono stato sempre contrario”.

La promessa di restituire l’Imu rappresenta il “necessario patto di riappacificazione tra Stato e cittadini”. Ma l’obiettivo è di ridurre la spesa. “Abbiamo esaminato i vari filoni e, tra turn over dei dipendenti pubblici, lotta all’evasione, abbattimento dei costi – ha spiegato Berlusconi – dovremmo arrivare a ridurre la spesa del 2 per cento all’anno, per un totale di 80 miliardi in cinque anni. Soldi grazie ai quali sarà possibile abbassare la pressione fiscale sulle imprese, a partire dall’Irap, e sulle famiglie, riducendo l’aliquota Irpef”. Sull’Ue, il leader del Pdl ha auspicato la costituzione degli Stati Uniti d’Europa, con un’unica politica e un’unica difesa.

Fonte; http://www2.coldiretti.it


Si ringrazia Teleagenzia1 per l'invio del video in redazione

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