“Incontri formativi in cui gli amministratori della cosa pubblica si mettono in gioco per discutere di un tema fondante della democrazia del paese e, soprattutto, per il suo sviluppo culturale”, come li ha definiti la dirigente scolastica Angela Maria Palazzolo, che ha aperto i lavori.
Cittadinanza attiva, welfare, uguaglianza dinanzi alla legge, ma anche etica e occupazione, cultura e crisi, gli argomenti affrontati nel corso del lungo dialogo svoltosi fra l’assessore Eduardo Lamberti-Castronuovo e i giovani studenti, intervallato da letture di testi classici e canti.
“La legalità”, ha spiegato l’assessore ai ragazzi “consiste nel rispetto non solo delle leggi previste dai nostri codici, penale e civile, ma anche nel rispetto di quelle regole giammai scritte, che attengono più strettamente all’etica o alla morale, di quelle norme che devono guidare tutti i rapporti del vivere civile”. Legalità che deve esser seguita nell’ambito del vissuto comune, ma che a maggior ragione deve essere praticata da chi amministra la cosa pubblica, per colmare il divario ormai creatosi fra cittadini e politica: “In Italia la politica ha travalicato ampiamente i limiti della decenza, pensando più ai propri affari personali che non ai cittadini che doveva rappresentare. Da noi non c'è alcun rigore, cose in altri paesi inaccettabili, da noi vengono spesso superate, perché nulla ormai più ci sconvolge. La crisi economica che stiamo vivendo non che è un riflesso di quella morale; siamo immersi in un clima ammorbato in cui persino l’informazione spesso è su ordinazione”.
Come abbattere allora le barriere che separano, soprattutto i più giovani, dalla politica? “Allontanando quel lassismo, quel fatalismo atavico messo in versi da Giunta, che contraddistingue il calabrese”, ha spiegato l’assessore, “e puntando sul merito e sul rispetto delle regole, ad iniziare nella scuola, che ha il compito di formare le coscienze, e poi andando a richiamare la politica alle sue responsabilità, attraverso il confronto diretto”.
E’ per questo che è importante che i nostri parlamentari provengano dal territorio in cui sono stati eletti, perché a loro è demandato il compito di legiferare, decidendo le sorti del nostro paese. “Se vuoi abbattere le barriere, devi quindi farti rappresentare da chi conosce ciò su cui va a legiferare. La legge della democrazia é il voto, che non deve essere condizionato da desiderio di arricchimento o stato di necessità”.
E se amministratori, politici, non rispettano le leggi, le regole, “occorre andare a scovarli, portarli sul piano del confronto, e contestarli democraticamente, singolarmente e collettivamente, pretendendo da loro trasparenza. Non si può demandare il compito di vigilare, o di punire, solo alle forze dell’ordine o della magistratura; deve essere la società stessa a vigilare e a denunciare”. E da parte sua, “la politica deve scendere in piazza, confrontarsi con chi rappresenta, per ascoltare le sue esigenze e rispondervi con atti concreti”.
“Uno stato”, ha quindi concluso l’assessore, “è come un corpo umano, occorre che tutte le cellule cooperino in armonia per il suo funzionamento e la sua salute, da chi amministra a chi vigila, fino all’ultimo suo cittadino”. Ma anche lo Stato ha dei doveri, primo fra tutti, sopperire ai bisogni dei suoi elementi più deboli. “Un welfare in cui tutto viene dato a tutti è ingiusto, occorre dare di più a chi ha bisogno di più, anche questo è un principio di legalità”.