La logica del guadagno non vale tuttavia per le missioni all'estero. Difatti, è stata finanziata una nuova missione (di pace o di guerra?) in Mali, per 935 milioni di Euro. Non si manderanno uomini, come i francesi (già in prima linea), bensì mezzi, logistica e concessione di basi militari per far partire i raid. Soldi che potevano esser investiti in Italia, magari proprio per Alitalia, o per le centinaia di aziende in pericolo. Si sa tuttavia che la vocazione bellicista non manca mai, vista la "spending review di guerra" a base di F35 e altri ordini militari. Lo stallo dell'ILVA è unico, e il blocco sulla produzione, non sembra allentare.
E giungiamo al 23 gennaio, quando i TG nazionali annunciano uno scandalo Monte dei Paschi di Siena. Proprio quando al World Economic Forum, a Davos, Mario Monti si pronuncia quale neo - salvatore dell'Italia, in chiara vocazione messianica. "Non si può ridurre il debito con le tasse", questo, il suo monito lanciato dal palco della cittadina svizzera, pronunciato di fronte a politici, finanzieri, economisti ed imprenditori. Peccato che sia l'esatto opposto di quanto abbia perseguito sinora, e proprio questo dovrebbe far dubitare della sua credibilità. Come si faccia a credere ad una persona che invochi l'opposta strada da quella percorsa sinora, tra l'altro, con molta pervicacia.
Insisto, sul fattore credibilità. Si tratta infatti delle stesse persone che hanno finanziato la Monte dei Paschi di Siena con i soldi pubblici, e ora, all'improvviso, vogliono insabbiare uno "scandalo dividendi". Emblematiche le parole del segretario del Pd Pierluigi Bersani: "Le banche fanno le banche, il Pd fa il Pd". E' impossibile dar credito a persone del genere, che in una commistione schifosa tra pubblico e privato stanno danneggiando la nazione e le sue istituzioni. E' assurdo credere che la coppia Bersani - Monti possa essere la nuova coalizione governativa. La loro credibilità è sotto gli occhi di tutti, giudicabile da queste miserrime azioni. Infine, dulcis in fundo, la denuncia apparsa sul quotidiano Il Manifesto del 23 gennaio. Un rapporto scandaloso per quanto concerne l'umanità del governo "dei tecnici", quello che "avrebbe ridato credibilità all'Italia". Il rapporto di Human Rights Watch evidenzierebbe come l'Italia, senza alcun rispetto del diritto internazionale, respinga dei minori al nei porti pugliesi, verso le coste greche. In particolare si tratta di sventurati che hanno compiuto viaggi per sfuggire alla guerra in Afganistan, o altrove. Si imbarcano nelle navi dentro celle frigorifere, o altri soprammobili. Una volta individuati, vengono talvolta malmenati dalle autorità italiane, e respinti verso la Grecia, in un primo approdo, a Patrasso. In quest'ultima località, non vi sono molte speranze per i malcapitati, che finiscono in caserme, torturati e degradati nella loro persona. Questo l'operato del governo dei "tecnici", che doveva ridar "luce al Paese". Proprio oggi, Amnesty International, indica "10 punti" ai candidati premier, fermi, al momento a zero. Sarebbe bene che il teatrino romano li visionasse, e si accingesse a far qualcosa.
Attendendo il piano per il lavoro della CGIL, per bocca di Susanna Camusso, riflettiamo sul teatrino romano. L'Italia ha problemi ben più seri della fuga di Fabrizio Corona. Altrimenti sarà proprio la finis italiae.
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia