(ASI) In questa campagna elettorale sostanzialmente prima di contenuti pratici, due sembrano essere le principali preoccupazioni di Bersani e dei vertici del PD: salvare il rapporto con Monti e attaccare ogni giorno sempre più forsennatamente Berlusconi, qualunque cosa il Cavaliere faccia o dica. Infatti, Bersani non perde occasione per ricordare la lealtà del PD nei confronti del Professore, quando era al governo.
E anche se c’è stato qualche contrasto non lieve su alcune pesanti misure economico-fiscali adottate in quell’occasione da Monti, il Segretario del PD tiene a ribadire che il rapporto con Monti deve rimanere improntato all’amicizia e, se possibile, anche alla collaborazione. Tuttavia, guardando meglio e più in profondità, ci si accorge che quella tra Bersani e Monti è, più che una pace, una tregua armata, che può dare origine in qualunque momento ad una guerra con armi politiche di… “distruzione di massa”. Che cosa può innescare questa deflagrazione, se non la temuta fuga in massa dei Montiani dal Partito Democratico? Alcuni segni già si vedono, e i primi abbandoni notoriamente sono stati quelli del Prof. Ichino e di alcuni elementi minori del partito. Il colpo è stato parzialmente assorbito dal buon incassatore Bersani, che o non ha commentato o non ha dato grande rilevo all’avvenimento. Perché? Perché non c’è stata ancora una rovinosa frana nel PD.
In ogni caso, Bersani non può ancora dichiarare il PD fuori pericolo, perché il bello deve ancora venire e potrebbe chiamarsi Matteo Renzi. E’ impensabile infatti che i Montiani non abbiamo già preso contatto con Renzi, gli abbiamo proposto di aderire all’Agenda Monti, anche se il Sindaco di Firenze per il momento tace. Ma siamo sicuri che da un momento all’altro potrebbe non passare, armi e bagagli, nelle file dei Montiani? Il dubbio assale anche
Bersani che
è letteralmente
terrorizzato da questa eventualità, anche se non lo dà ad intendere e continua ad ostentare sicurezza. Per questo, abilmente cerca di sviare l’attenzione da questo incombente pericolo ad un altro: il solito Berlusconi, che viene additato di nuovo come il nemico numero 1, mentre, pretestuosamente, viene scaricata solo su di lui la responsabilità dell’attuale disastrosa situazione italiana, assolvendo totalmente Monti dai suoi pesantissimi addebiti. Così Bersani, con una maldestra manovra di spostamento di bersaglio, cerca di allontanare la minaccia che rappresentata da Matteo Renzi e dai Montiani che alloggiano nel PD. Ma questa operazione non garantisce affatto l’incolumità politica e, quindi, si potrebbe avere un
Bersani-bersaglio di Renzi. Con grande sollievo del Cavaliere Berlusconi.