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Esclusiva per Agenzia Stampa Italia, La Carlucci  tuona: “Per la legge spettacolo, manca volontà del governo”.

 

(ASI) Fanno scalpore le dichiarazione del direttore del Mibac Nastasi che ha lamentato uno scarso impegno da parte  del Parlamento per quanto riguarda la legge sullo spettacolo dal vivo, fatte alla trasmissione Linea notte. Nastasi ha tralasciato lo sforzo quasi ventennale dell’onorevole Gabriella Carlucci che in questa legislatura è riuscita con grande impegno e fatica a far approvare dalla Commissione cultura la prima legge sullo spettacolo dal vivo. Per questo la Carlucci ha voluto ribadire: 

 

Ritengo necessaria una precisazione in merito alle dichiarazioni rilasciate ieri sera dal direttore generale per lo spettacolo dal vivo del Mibac a Linea notte. Il Parlamento ha messo tutta la sua buona volontà per arrivare all’approvazione della legge quadro sullo spettacolo dal vivo: tutti i partiti hanno condiviso l’ultimo testo di questa legge di riforma del settore, quello che manca è la volontà politica del Governo ad approvare la copertura economica identificata dal Parlamento”.

 

E per questo l’onorevole ha ricordato l’iter travagliato della legge:

È dal 2001 che questa legge di riforma giace in Parlamento per la mancanza della volontà dei governi che si sono succeduti nel trovare le risorse necessarie alla sua copertura economica. Segnalo che si tratta di soli 15 milioni di euro che innescherebbero un meccanismo virtuoso di incentivi fiscali per attrarre finanziamenti privati. Il Parlamento ha espletato tutto l’iter necessario per la sua approvazione: è stato votato all’unanimità un testo condiviso da tutte le forze politiche, si sono avuti i pareri favorevoli da tutte le commissioni di riferimento, è stata individuata la copertura economica nei fondi predisposti ogni anno per Arcus - Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, che dopo la sua chiusura sono tornati a disposizione del Mibac” continua la deputata centrista.

 

La Carlucci ha poi voluto richiamare al loro ruolo sia i Ministri Ornaghi e Passera.

Il ministro Ornaghi si è impegnato a sollecitare il ministro Passera, entro il 20 dicembre, per fare una ricognizione sui fondi Arcus, che ogni anno ha fruttato alla società dai 200 ai 150 milioni di euro, all’interno dei quali ci sono i 15 milioni destinati alla legge. Se non si riuscirà ad approvare la legge non sarà colpa del Parlamento, che ha fatto tutto quanto necessario, ma del governo che non ci sta aiutando. Infatti, al di là della copertura economica reperita dal Parlamento, poiché si tratta solo di 15 milioni di euro, se il governo avesse la volontà di approvare questa legge potrebbe comunque trovare altrove le risorse finanziarie necessarie”.

 

Non è escluso dall’appello della Carlucci nemmeno il Presidente Monti:

Il primo ministro Monti parla di una seconda fase con iniziative del governo volte allo sviluppo economico. Dimostri che le sue non sono solo dichiarazioni e faccia in modo che questa legge venga quanto prima approvata perché darebbe grandissimo impulso alle imprese culturali e creative che oggi versano in condizioni gravissime”.

 

Le parole dell’onorevole non hanno bisogno commento, perché fanno capire quanto lavoro e impegno ci sia stato per valorizzare la cultura e farla diventare una vera attività imprenditoriale, ma anche i combattenti più agguerriti devono purtroppo scontrarsi con il peggior nemico l’indifferenza. Infatti la Carlucci ha visto governi di destra, sinistra e tecnici e nessuno senza eccezioni ha mai disposto una minima apertura o interesse a un sostegno della cultura. Le recenti dichiarazioni del Presidente Napolitano dovrebbero far riflettere, ma se tutto rimarrà così e i vertici istituzionali non cureranno la loro miopia, saremo sempre indietro rispetto alla Germania, la Francia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti, che pur avendo ricchezze e patrimoni culturali inferiori ai nostri riescono a far profitti da capogiro. Non varrebbe la pena di fare un piccolo sacrificio per dare vita a un settore ancora mai scoperto e capace di diventare il nostro petrolio?

 

Daniele Corvi-Agenzia Stampa Italia

 

 

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