(ASI) Umbria. Lettere in Redazione. La Spending Review ha imposto una accelerazione al processo di riforme da mettere in atto sia a livello ministeriale che negli enti locali per ridurre la spesa pubblica e rimanere ancorati in Europa alla pari con le altre nazioni, in particolare Francia e Germania.
Il dibattito apertosi in Umbria sulle riforme, ha visto impegnati molti territori con un confronto politico ed istituzionale molto interessante che ha portato addirittura a promuovere l’unione dei comuni come è avvenuto per Foligno, Spoleto e la Valnerina, anticipando gli eventi.
Questo confronto non ha praticamente interessato l’Alta Valle del Tevere e in particolare Città di Castello: sembra che questa parte dell’Umbria non sia già più Umbria.
Basta scorrere i quotidiani di tutti i giorni perché anche un cieco si accorgerebbe che non si parla quasi mai di questa parte della regione, considerati come fossimo TOSCO-ROMAGNOLI.
Il dibattito si concentra tutto e soltanto su Perugia, Terni, Foligno-Spoleto e per certi versi sulla Media Valle del Tevere ( vedi sedi dei tribunali).
E’ evidente che tale assenza non può essere imputata come colpa ai media regionali o alle istituzioni, ma soprattutto a chi è stato delegato dai cittadini a rappresentare amministrativamente e politicamente l’Alto Tevere: eppure questo territorio elegge parlamentari, consiglieri regionali e provinciali di maggioranza e di minoranza e con incarichi di rilievo negli esecutivi come nei consigli, oltre al ruolo che naturalmente dovrebbero svolgere i Sindaci. E gli stessi partiti, tutti senza distinzione, risultano latitanti e silenti in questo dibattito.
Chi ha veramente a cuore le sorti di questa vallata non si lascia scappare la Cassa di Risparmio e la Fondazione senza partecipare ai tavoli istituzionali quando conta. Il risultato è che la sede sociale della nuova banca è Terni, la sede operativa è Spoleto, la presidenza a Foligno e Città di Castello? Niente di niente.
Cosi come per i corsi universitari alla Montesca, che sono ormai chiusi tutti (si sta andando ad esaurimento con lo svolgimento del corso del terzo ed ultimo anno in questo anno accademico), compreso quello dei tecnici per l’ambiente (unico corso di questa natura in Umbria) che ha dato occupazione a circa l’80% dei laureati, con il risultato che ora gli Umbri devono iscriversi a SIENA, quale luogo più vicino disponibile: e per fortuna che anche il Rettore dell’Università è di origini Tifernati!
Ha chiuso Equitalia, sta per chiudere l?ufficio delle Entrate con gravi disagi per i dipendenti e per i cittadini, e potremmo continuare ancora.
Oramai tutti sanno che la grave crisi economica e le altrettanto gravi difficoltà finanziarie attanagliano il nostro paese e ci costringono ad affrontare la situazione in maniera radicale ed è perciò evidente che ognuno di noi deve svolgere la propria parte evitando possibilmente di far fare i sacrifici sempre e solo agli stessi, alle categorie più deboli.
La nostra realtà, essendo a forte vocazione industriale ed artigianale, soffre più di altre il momento difficile, prova ne è che a settembre molte piccole aziende hanno mantenuto chiuse le porte, aumentando cosi il precariato e la disoccupazione.
Credo non sia sfuggito all’attenzione di nessuno che prevalentemente nel settore del mobile e della grafica diverse piccole aziende hanno cessato la propria attività.
E le scelte dell’Amministrazione comunale in questi ultimi anni, anziché incentivare ed incoraggiare le attività produttive, sono andate e stanno tuttora andando nella direzione opposta, cioè verso la riconversione della zona industriale ad attività commerciali, basti vedere le ultime varianti approvate dalla Commissione in barba al nuovo quadro di insieme del nuovo PRG.
Ma di tutto questo non vi è traccia di dibattito nell’Alta Valle Del Tevere e in particolare a Città di Castello, come se la cosa non interessasse.
L’atteggiamento soporito e il torpore della calura estiva dovrebbero essere rimossi con tempestività per rilanciare una nuova idea di sviluppo per questo territorio, alcune idee ci sono e vanno sviluppate, confrontate e discusse, va dato molto più spazio alla ricerca, a sostegno delle aziende che da sole non ce la fanno. Invece di riunire gli stati generali solo per mettersi l’anima in pace e per fare un po’ di passerella senza produrre nulla di concreto, va creato un tavolo stabile per lo sviluppo, che serva a creare un punto di confronto di tutte quelle proposte che possono farci fare dei passi in avanti anche se piccoli: l’importante è rimuovere una situazione totalmente stagnante.
Si potrebbe continuare con molte altre cose ancora, ma ci saranno sicuramente altre occasioni per stimolare tutta la classe dirigente locale, l’autunno deve ancora cominciare.
Grazie per l’attenzione
Adolfo Orsini
Ex sindaco di Città di Castello