(ASI) Lettere in Redazione. Su tutti i giornali e le TV impazza lo scandalo della regione Lazio che evidenzia ancora una volta la mascalzonaggine, la corruzione e la disonestà di fondo di una classe politica che da sessanta anni ci sta succhiando il sangue e che si arricchisce a spese dei cittadini!
E’ un “deja vu” che puntualmente compare ogni volta che un bubbone diventa talmente marcio da scoppiare.
I partiti si indignano, richiedono di fare pulizia e di scacciare i mascalzoni, promettono leggi più severe e controlli più accurati e puntuali e tentano di ostentare una propria pulizia morale laddove sono invece TUTTI coinvolti nel gioco dell’arraffare, del pretendere e del rubare!
E’ un patetico tentativo di salvaguardare il proprio futuro e di anestetizzare l’indignazione popolare che potrebbe portare ad un calo di consensi elettorali o al prevalere di movimenti di protesta come i grillini.
Tutti contano sul fattore tempo e sul fatto che la carica dell’indignazione si stempera con il passare delle settimane anche perché, sotto, sotto, gli italiani sono convinti da sempre della inevitabilità di questi comportamenti delinquenziali da parte della politica ..!
Tra qualche mese, così come è sempre successo nel passato, ci si dimenticherà degli anatemi, delle condanne e delle richieste di rigore e di controlli e tutto tornerà serenamente come prima e deputati, senatori e consiglieri vari torneranno a rubare, ad approfittare del denaro pubblico per scopi privati, a stabilire stipendi e prebende faraoniche per se stessi ed a tornare ad una gestione allegra del pubblico denaro!
Pretendere di far credere che, nel caso specifico, la Polverini non sapesse nulla di quanto accadeva nel consiglio regionale del Lazio è un insulto all’intelligenza media dei cittadini talmente erano evidenti i sintomi di malgoverno ( un esempio: Otto monogruppi creati solo per incrementare i già lauti stipendi.. ) così come il non sapere che dare al consiglio l’autorità per stabilire i propri stipendi sarebbe inevitabilmente stato motivo di abuso
Ma la colpa, in fondo, è anche dei cittadini che con la loro ignavia hanno continuato a votare gli stessi personaggi anziché castigarli con il mandarli a lavorare perché con la loro accettazione hanno mandato alla politica il messaggio che essa può fare ciò che vuole tanto resterà sempre impunita!
Siamo pronti a fare una scommessa:
Tra sei mesi lo scandalo della regione Lazio sarà dimenticato e nessuno avrà pagato!
Alessandro Mezzano