(ASI) Non si placano in Ecuador le polemiche e le proteste dopo la decisione del presidente ecuadoriano Daniel Noboa di eliminare il sussidio al gasolio; la misura viene bollata come “pacchetto neoliberista” che rischia di avere gravi conseguenze per la popolazione più povera.
La Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), insieme al movimento politico Pachakutik, al Fronte unito dei lavoratori (Fut), all'Unione nazionale degli educatori (Une), al Fronte popolare, alle federazioni studentesche e al Fondo di assicurazione contadina (Siceño campesino), si sono pronunciati sabato contro la misura, che considerano arbitraria e regressiva.
Il governo ha deciso di intervenire dopo l’imposizione, da parte del Fondo monetario internazionale (Fmi) al governo ecuadoriano di 5 miliardi di dollari in quattro anni. Secondo l'esecutivo, l'eliminazione del sussidio mira a ridurre il deficit fiscale, ma i critici avvertono che l'impatto sarà immediato sul costo della vita, soprattutto nei trasporti, nella produzione agricola e nei panieri alimentari di base. Nello specifico la misura comporta un aumento del 55,6% del prezzo di un gallone di gasolio, che passerà da 1,80 a 2,80 dollari, un'azione interpretata dai settori sociali come un'azione che aggrava le disuguaglianze e colpisce direttamente le comunità rurali e operaie.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia



