(ASI) Prosegue il viaggio della comunità della provincia argentina di Jujuy (nord), membri del Terzo Malón de la Paz, attraverso la provincia di Córdoba che ora li ha portati a Santa Fe. La marcia è finalizzata alla difesa dei loro territori e delle loro risorse naturali e nel rifiuto della riforma costituzionale promossa dal governatore provinciale, Gerardo Morales.
Dopo aver iniziato il loro viaggio il 25 luglio da La Quiaca, Jujuy, non lontano dal confine boliviano, i manifestanti sono arrivati a Córdoba, dove sono stati accolti da membri dei popoli indigeni dell'Argentina nord-orientale, nonché da organizzazioni sociali e per i diritti umani.
Nella città hanno poi tenuto una conferenza stampa, poi una fiaccolata - come quelle che facevano a Jujuy le città in resistenza - e hanno posto una bandiera whipala come simbolo di resistenza e dignità al Monumento all'indiano. Nel pomeriggio di domenica 30 luglio sono entrati nella città di Rosario, nella provincia di Santa Fe.
Oggi, lunedì 31 luglio, si terrà invece una conferenza stampa in Plaza Pringles, dopo di che ci sarà una massiccia marcia verso il Monumento alla Bandiera. La marcia segue la mobilitazione avviata dalle comunità indigene oltre 40 giorni fa a Jujuy.
Per domani I agosto è previsto l’arrivo nella capitale Buenos Aires dove sarà ufficialmente avanzata presso la Corte Suprema la richiesta di dichiarare incostituzionale la riforma alla Costituzione di Jujuy promossa dal governatore Gerardo Morales e approvata il 20 giugno.
La scelta non è casuale visto che domani cade anche il dia de Pachamama, in cui le comunità indigene ricordano il loro legame con la madre terra che dà loro la vita.
Più di 60 organizzazioni legate al Terzo Malón de la Paz hanno chiesto una misura preventiva affinché l'applicazione della Costituzione appena riformata sia sospesa fino a quando la Corte non si sarà pronunciata.
La delegazione del Terzo Malón de la Paz ha già percorso più di mille chilometri attraverso le province di Salta, Catamarca, Tucumán, Santiago dell’Estero e Córdoba, dove è stata accolta con entusiasmo dalle popolazioni indigene e da altri settori popolari.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia