(ASI) Bruxelles – Di fronte alla catastrofe umanitaria in Turchia e Siria, l’Unione europea non resterà ferma a guardare. Al contrario, mobiliterà le forze internazionali per rispondere al meglio al disperato grido d’aiuto delle popolazioni locali.
A marzo, una grande Conferenza convocherà a Bruxelles sostenitori e donatori provenienti da tutto il mondo. A dare l’annuncio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affiancata dal Primo ministro svedese Ulf Kristersson. La Svezia è presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, l’organo che riunisce i ministri dei ventisette Stati membri e detiene – assieme all’Europarlamento – il potere legislativo all’interno dell’Ue.
La Conferenza lavorerà a mo’ di un unico foro di discussione aperto a tutti. Potranno prendervi parte i ventisette Stati comunitari, i paesi del vicinato, i membri delle Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie internazionali. L’evento contribuirà a sensibilizzare gli attori dello scenario globale, raccogliere fondi, coordinare le risorse a disposizione per ovviare in maniera rapida ed efficace ai bisogni urgenti della popolazione colpita.
La Conferenza sarà presieduta dal Commissario europeo per le Politiche di vicinato e le Politiche di allargamento – l’ungherese Olivér Várhelyi – d’intesa con il ministro svedese per la Cooperazione internazionale allo sviluppo e il commercio estero, Johan Forssell.
Ursula von der Leyen si è detta sconcertata dalla violenza delle scosse sismiche che hanno flagellato una porzione vastissima di territorio. Ha assicurato alla cittadinanza locale la presenza costante e fruttifera dell’Unione: “Siamo tutti scossi dagli effetti devastanti dei terremoti abbattutisi sulla Turchia e la Siria. La priorità ora è lavorare ventiquattro ore su ventiquattro per salvare il maggior numero possibile di vite umane. Alla popolazione civile inviamo un messaggio inequivocabile: l'Unione europea sosterrà le vostre comunità. Perché nessuno dovrebbe essere lasciato solo quando si verifica una tragedia come questa”.
Anche il presidente Kristersson ha espresso forte vicinanza, sottolineando il suo personale impegno a vigilare sul corretto funzionamento della Conferenza: “Ci troviamo dinanzi a un disastro senza precedenti nell’epoca contemporanea. Le perdite di vite umane e i danni fisici si aggravano ogni giorno. Le conseguenze del sisma sono davvero orribili. In qualità di presidente del Consiglio dell'Unione europea, la Svezia intende garantire che l'assistenza dell'Ue sia adeguata a soddisfare le esigenze della popolazione turca e siriana in questo terribile momento”.
Lo scorso 6 febbraio – data destinata a imprimere un segno indelebile nella memoria collettiva – il suolo tremò più e più volte, fino a sfigurare completamente interi centri abitati e cancellare per sempre le esistenze di decine di migliaia di persone. La scossa più intensa registrò una magnitudo pari a 7,8 sulla scala Richter.
L’Unione europea è entrata prontamente in azione. Assieme ad Albania, Montenegro e Serbia gli Stati membri hanno subito attivato il Meccanismo di protezione civile dell'Unione. Nell’immediato, sono stati mobilitati 1.500 soccorritori e 100 cani da ricerca ripartiti in 31 squadre di soccorso e 5 squadre mediche.
Con il passare del tempo gli aiuti comunitari e il supporto internazionale è andato via via crescendo. La speranza è che la Conferenza in programma a marzo riesca ad alleviare – per quanto possibile – una situazione drammatica, già di per sé complicata dalle turbolenze politiche che non hanno mai smesso di funestare lo sviluppo della società turca e siriana.
Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia